Catanzaro. A distanza di oltre 17 ore dalla chiusura delle urne, non si conosce l’esito della sfida tra Sergio Abramo e Salvatore Scalzo, i due principali contendenti alla carica di sindaco di Catanzaro. La contestazione relativa all’assegnazione di diverse schede in due sezioni allestite a Catanzaro Lido, ha determinato il blocco delle operazioni di spoglio. Sulla base dei numeri forniti dal Ministero dell’Interno, Abramo, candidato della coalizione di centrodestra, al 49,96%, è a un passo dalla soglia fatidica che gli attribuirebbe la vittoria già al primo turno. Scalzo, candidato del centrosinistra, è fermo al 42,81%. L’auspicato sblocco dello stallo sarà ora affidato, con ogni probabilità, ai componenti dell’ufficio elettorale del Tribunale, che, tramite la replica dello scrutinio, dipaneranno la matassa aggrovigliatasi attorno alle schede contestate per consentire la conclusione delle operazioni di spoglio e disporre, finalmente, di un verdetto. ”Siamo intenzionati a chiedere alla Commissione elettorale la verifica almeno delle schede nulle e bianche. In questo modo la città di Catanzaro potrà avere la garanzia di un risultato certo e trasparente, capace di fugare ogni dubbio”. A renderlo noto è lo stesso Scalzo. Le schede cui fa riferimento sono più di un migliaio. ”Si tratta -afferma Scalzo- di dati sensibili la cui oscillazione, anche di poco, potrebbe mutare il corso di queste elezioni. Peraltro nel corso delle votazioni sono stati segnalati molti episodi che potrebbero averne turbato il regolare svolgimento”. Anomalie che hanno convinto Scalzo a mettere in azione, a breve, i componenti della commissione elettorale che accerteranno quanto denunciato dal candidato sindaco del centrosinistra. ”Sul piano politico – sottolinea Scalzo – queste elezioni fanno emergere due fatti chiari e lampanti: da una parte, l’affermazione straordinaria della coalizione di centrosinistra e in particolare del sindaco, il cui radicamento e la cui crescita in città sono stati esponenziali e diffusi su tutto il territorio cittadino; dall’altra, il crollo verticale del centrodestra che in poco meno di un anno ha perso il 20% del suo consenso”.
Nicola Martino