Soverato (Catanzaro). Un carabiniere è nell’elenco delle persone finite in manette all’alba di oggi nel contesto dell’operazione portata a compimento dai militari dell’Arma del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato che hanno messo nel mirino quindici persone sospettate di appartenere al clan Sia-Procopio-Tripodi, operante nella zona di Soverato. Al carabiniere, di cui non si conosce al momento il luogo in cui lavora, è contestato il reato di associazione mafiosa. Tra i soggetti tratti in arresto figurano anche i presunti mandanti ed esecutori di un episodio di ”lupara bianca” risalente al 2009 e che sarebbe all’origine della faida della cosiddetta ”mafia dei boschi” caratterizzata da una lunga serie di omicidi Gli arrestati sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, occultamento di cadavere, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini, supportate dal Ros, sono state avviate il 22 dicembre 2009 dopo la scomparsa per ”lupara bianca” di Giuseppe Todaro, presunto affiliato alla cosca Gallace-Novella, rivale di quella dei Sia-Procopio-Tripodi. Le indagini, oltre a ricostruire le fasi della scomparsa e della successiva soppressione di Todaro, hanno portato gli investigatori a delineare compiti e ruoli degli indagati nell’ambito del locale di ‘ndrangheta di Soverato, attivo sin dal 2002 nei Comuni di Soverato, Davoli, San Sostene, Montepaone e Montauro.
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