Lamezia Terme (Catanzaro). A distanza di ben cinque anni dalla raccolta delle firme e dalla presentazione di due Proposte di legge di iniziativa popolare per il riassetto delle Asl regionali, la Regione Calabria ha convocato per il 24 maggio una delegazione composta da sottoscrittori delle sopracitate leggi per illustrarne gli articolati in seno alla III Commissione Consiliare. E’ proprio il caso di dire “meglio tardi che mai” e, per rinfrescare la memoria, è giusto in questa sede fare la cronistoria di quello che fu considerato dalla stragrande maggioranza dei cittadini un vero e proprio “scippo” ai danni di tutti i calabresi. Nella notte del 30/04/2007, il Consiglio Regionale approvò il Documento Finanziario e, contestualmente, un maxi emendamento, proposto dai consiglieri Leopoldo Chieffallo e Nicola Adamo, che proponeva la soppressione delle undici ASL calabresi e la istituzione di cinque ASP nelle cinque città capoluogo di provincia. Tra le ASL che furono soppresse per essere accorpate a quelle dei capoluoghi della provincia di appartenenza, figurava anche l’ASL n° 7 di Lamezia Terme. In seguito a tale provvedimento, in molte città e territori calabresi si sono sollevate proteste e manifestazioni di ogni genere. A Lamezia Terme il 07/05/2007, sotto la spinta del movimento civico Lameziaprovinciaenonsolo, nacque il comitato di cittadini “Difendiamo il Lametino” con lo scopo precipuo di contrastare con ogni mezzo civile e democratico il provvedimento della Regione Calabria, considerato del tutto ingiusto e scellerato. Allora come oggi il comitato ed il movimento ritenevano e ritengono assolutamente ingiustificato l’accorpamento sia sotto il profilo economico che sotto quello sociale. Sotto il profilo economico perchè, di fatto a distanza di cinque anni, è sotto gli occhi di tutti come l’accorpamento non poteva e non ha prodotto nè risparmi nè maggiore efficienza nella erogazione di un servizio essenziale quale quello finalizzato alla salute dei cittadini. Sotto il profilo sociale, allora come ora, osserviamo e ci domandiamo: come si è potuto, in una notte, passando sopra la testa di tutti i cittadini lametini, cancellare in un sol colpo un importantissimo presidio della salute come quello della città di Lamezia Terme, la terza città della Calabria con un territorio comprensoriale di oltre 150.000 residenti? Un ospedale che può vantare illustri scienziati e medici professionisti come Virgillo, Minniti e oggi Amalia Bruni. Forti della propria sacrosanta ragione, il comitato ed il movimento, in virtù della Legge regionale n° 13 del 05/04/1983, hanno raccolto oltre undicimila firme presentando due Proposte di Legge di Iniziativa Popolare depositate presso il Consiglio Regionale della Calabria nel dicembre del 2007. La prima Legge propone l’istituzione di una unica ASL regionale che abbia sede nel centro della Calabria e quindi in Lamezia Terme. La seconda propone la istituzione, cancellando ovviamente l’accorpamento, di otto ASL che comprendano oltre le cinque città provincia, anche Lamezia Terme, Locri e Castrovillari. Da allora numerosi sono stati i solleciti, prima alla Giunta Loiero e poi all’attuale gGunta Scopelliti, perché si discutessero in Consiglio le leggi presentate, ma purtroppo senza esito. Su quella infausta scelta tutti i partiti hanno successivamente impostato le proprie battaglie politiche e le proprie campagne elettorali ad ogni livello. Oggi, purtroppo, anche coloro che hanno fatto le proprie fortune elettorali promettendo il ripristino delle ASL, si sono appiattiti sulle scelte effettuate dai precedenti avversari politici e sono i più convinti sostenitori della giustezza dell’accorpamento a dispetto delle corpose argomentazioni esposte nei comizi elettorali. A distanza di cinque anni dalle nostre battaglie siamo convocati a relazionare le leggi presentate, in seno alla III Commissione Consiliare alla quale una delegazione composta da sottoscrittori delle leggi si presenterà per illustrare gli articolati. Finalmente è possibile verificare quali dei politici calabresi ed in particolare lametini vorranno sostenere questa battaglia in un momento in cui tra l’altro, oltre all’ASL, Lamezia rischia di veder accorpato anche il proprio tribunale. Siamo convinti di aver condotto una battaglia di civiltà giusta nel merito e nella forma, e quanto si sta verificando sta a significare che quando la gente scende in campo in prima persona, anche se in ritardo, prima o poi le cose cambiano.
Coordinamento FLI Lamezia Terme