Reggio Calabria. Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Reggio Calabria, in quanto ente che rappresenta la categoria di coloro che mettono al centro del proprio servizio il paziente, non può che essere vicino ad una famiglia che convive ogni giorno con una grave patologia di cui è affetto il proprio figlio ma, al contempo, non può esimersi dal rivendicare rispetto da parte di tutti per un operatore della sanità, quale il collega Baccellieri che, fino ad oggi, non è colpevole, fino a prova contraria, di alcun caso di malpractice, non essendosi ancora concluso in via definitiva il procedimento, dinnanzi all’autorità giudiziaria, che dovrà stabilire eventuali sue responsabilità. Il dottor Baccellieri, che ha alle spalle una carriera quasi quarantennale nel corso della quale ha prestato la sua professionalità in favore di migliaia di donne, era già primario di ruolo all’Ospedale di Melito, ed è stato utilizzato con la stessa qualifica presso l’Ospedale di Locri essendo stato chiuso il punto nascita del Tiberio Evoli. Errare è umano ed un incidente di percorso, sempre che poi vengano accertate delle responsabilità, non può certo inficiare la brillante carriera di qualsiasi medico che ha scelto di dedicare la propria vita alla cura degli altri perché, come si suol dire, “solo chi non fa, non sbaglia”; e certamente qualora questo errore venisse accertato ognuno di noi si assumerà le sue responsabilità . La malpractice, purtroppo, è anche quella forma di caccia alle streghe, tanto in voga negli ultimi anni, nei confronti dei medici, ed in particolare dei medici calabresi che, anche quando non siano stati condannati con sentenza passata in giudicato, vengono trattati dai media e da parte dell’opinione pubblica alla stregua dei peggiori criminali. Non si può negare che il ricorso alla giustizia per i danni derivanti dall’attività medica sia fisiologico considerando l’elevatissimo numero di prestazioni sanitarie che vengono erogate ogni giorno e la conseguente prevedibilità che qualcosa non vada per il verso giusto; ma, al contempo, non si può negare che spesso si tratta di liti temerarie che coinvolgono medici assolutamente incolpevoli. Cosa ancora più penalizzante per la categoria, poi, l’accanimento mediatico attorno a casi di malpractice che, in realtà, sono solo presunti e che poi, le aule giudiziarie, nella maggior parte dei casi, dipanano scagionando il camice bianco che, nel frattempo, ha subito un danno d’immagine che nessuna sentenza assolutoria potrà lenire. I tecnici del diritto sanno bene, infatti, che quasi sempre queste cause terminano con l’assoluzione del medico, il quale, comunque, nel mentre, è costretto a subire una terribile pressione psicologica che incide pesantemente sulla sua serenità umana, professionale e familiare. Tutti i medici hanno a cuore le sorti dei propri pazienti e per poter espletare il loro delicato compito nel migliore dei modi hanno bisogno di poter lavorare con serenità e non in questo clima ad alta tensione. Tutte queste pressioni sui medici finiscono per riverberarsi negativamente sugli stessi pazienti. Non dimentichiamoci, infatti, il contesto socio – ambientale della provincia di Reggio Calabria in cui siamo chiamati ad operare; un contesto che ha consegnato più volte alle cronache vili ed ingiustificate aggressioni a colleghi in servizio. Altro aspetto che va condannato, poi, a garanzia tanto del medico quanto dei pazienti, riguarda il principio della ragionevole durata del processo che, in questi casi di ragionevole ha spesso ben poco. Non è pensabile, infatti, che un medico debba convivere con la spada di Damocle per una possibile condanna per oltre un decennio e che, per lo stesso arco temporale, l’eventuale vittima debba attendere per ottenere giustizia. Confidando nella solerzia della magistratura, non resta che auspicare maggiore equilibrio da parte di tutti e rispetto per la categoria dei medici reggini.
Per il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria il presidente dottor Pasquale Veneziano