Reggio Calabria. Alla luce delle recenti vicende che hanno interessato diverse realtà occupazionali reggine (Multiservizi, GTM, Acquereggine, ecc.) che hanno messo in evidenza la grave crisi occupazionale che attanaglia la nostra città, è necessario che l’Amministrazione Comunale elabori degli interventi strutturali che possano rilanciare lo sviluppo del nostro territorio. E’ rilevante sottolineare che uno studio di Symbola, di Unioncamere e dell’Istituto Tagliacarne potrebbe rivoluzionare l’approccio degli italiani, soprattutto del sud, con la cultura. Il risultato sorprendente dello studio dimostra che la cultura può creare posti di lavoro, in particolar modo in ambito giovanile. L’Italia è il paese che detiene il 60% dei beni culturali del mondo, ma che contribuisce solo per il 4,9% del PIL nazionale. Il dato è sconfortante, in quanto attorno alle attività culturali come i beni architettonici, le gallerie o i musei ruotano altre attività che contribuiscono alla formazione della cultura, come l’artigianato, la moda, la comunicazione, le attività cinematografiche e televisive, convegni, fiere ecc… Il nostro patrimonio culturale va, pertanto, sfruttato maggiormente, in quanto vi sono ampi margini di sviluppo e la possibilità della creazione di numerosi posti di lavoro in questo settore. Confessiamo che noi siamo stati attratti particolarmente dal risultato che lo stesso studio ha fatto emergere: il valore aggiunto del sistema culturale calabrese sul totale dell’economia, nel 2010, è molto basso. Infatti, da una graduatoria in scala decrescente emerge che la provincia di Cosenza si colloca al 51° posto, quella di Catanzaro al 76°, quella di Crotone all’83°, e quella di Reggio addirittura all’87° posto! Nella stessa graduatoria ai primi posti si ritrovano provincie come Arezzo, Pordenone, Vicenza e Pesaro, mentre addirittura provincee come Sondrio e Biella avevano un valore aggiunto superiore di 0,7 punti della provincia di Reggio, con buona pace dei bronzi di Riace, della testa del filosofo e del parco archeologico di Locri. Risulta quindi evidente e altresì desolante la situazione di Reggio Calabria per l’assoluta marginalità che i Bronzi di Riace e il museo della Magna Grecia hanno sull’economia cittadina. Ci sembra inspiegabile che pur avendo un patrimonio artistico-culturale che sicuramente tutti i musei del mondo ci invidiano, non riusciamo a valorizzalo, pur essendo unico! Anche se la storia di un altro prodotto unico di Reggio, il Bergamotto, avrebbe già dovuto farci capire che la fortuna va saputa cogliere, non basta possedere delle risorse naturali, bisogna anche saperle valorizzare. E’ inammissibile che dei turisti stranieri debbano chiedermi, come è capitato, dove si trovano i Bronzi, sol perché non esiste un’indicazione che li indirizzi nella loro attuale sede. E’ inammissibile che qualsiasi opera che darebbe alla città un valore aggiunto notevole, debba avere tempi biblici di realizzazione come nel caso del Mattatoio, del Centro Agroalimentare, del Tribunale e ultimo, ma ancora più grave, del Museo della Magna Grecia. Se ultimato, il Museo potrebbe accogliere degnamente i Bronzi di Riace e, per esempio, si potrebbero organizzare delle visite guidate che potrebbero trasportare i turisti che arrivano a Messina con le grandi navi da crociera, per far visitare loro la città e il suo Museo. In tal modo, potremmo contare su decine di migliaia di turisti in più ogni anno. Riteniamo, infatti, che un utilizzo più intelligente del nostro patrimonio artistico determinerebbe la crescita di un indotto in ambito culturale, artigianale, dell’enogastronomia e del turismo; e se i dati della disoccupazione giovanile sono allarmanti, come lo sono i problemi che emergono dalle società municipalizzate, dalle catene commerciali e dalle (poche) industrie del territorio, se l’industria manifatturiera è pressoché inesistente e occorreranno molti anni affinché si possa sviluppare, perché allora non investire in cultura che, allo stato dei fatti, sembra la sola strada immediatamente percorribile per creare centinaia posti di lavoro?
Professor Andrea Francioni – Componente del Direttivo Provinciale di Futuro e Libertà