Reggio Calabria. Il dottor Alfredo Priolo risponde alla lettera aperta di un gruppo di agenti della Polizia Muncipale di Reggio Calabria e pubblicata il 15 agosto. Di seguito il testo integrale dell’intervento di Priolo.
Egregio Direttore,
nei giorni scorsi, sono stati pubblicati su alcuni media locali articoli riguardanti la Polizia Municipale di Reggio Calabria che, in alcuni casi direttamente ed in altri indirettamente, hanno anche fatto riferimento allo scrivente. Ciò mi costringe ad intervenire per effettuare alcune precisazioni e, se mi è permesso, per fare qualche considerazione personale. Ho iniziato a lavorare in Polizia Municipale sin dal 1998 prima come Comandante a Villa San Giovanni e poi come Vice Comandante in questa città dal 2000 dopo aver vinto regolare concorso pubblico. Nel corso degli ultimi anni di servizio del precedente Comandante a causa del suo precario stato di salute e, poi, dopo il suo pensionamento, il sindaco Falcomatà ed il sindaco f.f. Naccari ed, a seguire, i sindaci Scopelliti, Raffa ed Arena mi hanno conferito l’incarico di Comandante del Corpo con modalità consentite dalla legge. Ho dunque sempre saputo, sin dall’inizio di questa intensa esperienza lavorativa, che, prima o poi, tale percorso si sarebbe potuto interrompere anche se non immaginavo che ciò sarebbe avvenuto in un clima di polemiche esasperate. Il fatto di essere stato tirato in ballo nei giorni scorsi nell’ambito della contrapposizione politica e, soprattutto, di essere stato coinvolto nel goffo tentativo di qualcuno di occupare il posto vacante di Comandante non mi appare accettabile ove, in particolare, si utilizzino strumentalmente problematiche e circostanze da tempo oggetto anche di concertazione sindacale per finalità puramente politiche e personalistiche rompendo la terzietà ed estraneità dalle polemiche che da tanti anni hanno contraddistinto il Corpo della Polizia Municipale. Le polemiche di questi giorni, invece, ricordano quelle degli anni novanta quando un gruppo di dipendenti del Corpo (forse gli stessi protagonisti di oggi) provavano, senza esito, a rimuovere con gli stessi toni ed utilizzando gli stessi contenuti (non funziona niente, non possiamo lavorare, non abbiamo strumenti e divise) l’allora Comandante del Corpo. Le questioni poste nei giorni scorsi all’opinione pubblica, però, non possono e non devono cancellare oltre dieci anni di lavoro svolti dallo scrivente come Comandante della Polizia Municipale al servizio dei Sindaci Falcomatà, Scopelliti ed Arena e in piena condivisione con gli assessori Lamberti Castronuovo, Melandri e Canale. E, ancor di più, non possono e non devono essere usate da alcuno contro la Città intera con una logica distruttiva che non appartiene alla cultura ed all’attaccamento al dovere tradizionalmente manifestati dal personale del Corpo. In questi anni si è fatto tanto e si sarebbe potuto fare molto di più; credo, tuttavia, con un pizzico di orgoglio, di lasciare un Corpo di Polizia Municipale più aperto alla Città, più disponibile all’ascolto dei cittadini e forse, complessivamente più funzionale e professionale. La Città è cambiata e la Polizia Municipale è cresciuta con essa: il trasferimento nella nuova sede di viale A. Moro, la realizzazione della sala operativa e dello sportello per il pubblico, le assunzioni di personale (47 agenti a tempo indeterminato e 12 a tempo determinato) avvenute con procedure trasparenti, le battaglie per la pedonalizzazione di corso Garibaldi, la lotta per il rispetto delle regole di vivibilità e di decoro cittadino, l’introduzione dei servizi di prossimità, la straordinaria esperienza dello sgombero e della demolizione dell’ex caserma 208 e la pedonalizzazione di piazza Italia sono alcune delle scommesse vinte al servizio della città. L’impegno più gratificante, però, è stato quello profuso per i bambini ed i ragazzi di tutte le scuole cittadine ai quali, con il personale del Corpo, abbiamo portato messaggi e segnali fattivi di legalità, di sensibilità alla sicurezza stradale ed all’ambiente ma soprattutto abbiamo offerto una diversa prospettiva di conoscenza del personale che indossa una divisa al servizio della collettività. Tali risultati sono stati possibili solo grazie a tutti quei dipendenti che, lavorando alacremente, hanno consentito alla Polizia Municipale di diventare autorevole nelle relazioni con i cittadini e con le istituzioni della città e soprattutto credibile nei rapporti con la Magistratura, con la Prefettura e con tutte le Forze di Polizia statali e locali. Ho sempre agito con trasparenza, con la necessaria separazione di funzioni rispetto alla classe politica e nel solco della legalità, facendo tante rinunce personali e familiari ma raccogliendo grandi soddisfazioni. Non posso consentire che la mia professionalità e i risultati di tanto lavoro vengano banalizzati ed utilizzati per finalità di parte; continuerò, invece, a prestare la mia attività lavorativa nell’Ente mettendola a disposizione dell’Amministrazione Comunale per qualsiasi impiego in funzione dell’esperienza professionale acquisita e del patrimonio di conoscenze e competenze fin qui maturate. La Polizia Municipale deve continuare a mantenere la propria indipendenza e terzietà senza diventare strumento di rivendicazioni politiche o personali per non tradire quel mandato istituzionale che la pone al servizio esclusivo dei cittadini.
Alfredo Priolo