Reggio Calabria. Sono accusate a vario titolo di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente le otto persone arrestate nell’ambito dell’operazione condotta dalla Squadra Mobile e dal Gico della Guardia di Finanza contro la cosca di ‘ndrangheta dei Fontana. Oltre a Bruno De Caria, 62ene direttore della Leonia (la società di raccolta rifiuti partecipata al 51% dal Comune di Reggio Calabria, sciolto ieri per contiguità con la ‘ndrangheta), secondo quanto riferisce l’AGI, sono stati arrestati: Giovanni Fontana, 67enne ritenuto capo indiscusso della omonima cosca, federata al potente clan Condello; suo figlio Antonino Fontana, 41enne, ritenuto esecutore delle direttive impartite dal padre nel mantenere i rapporti con il direttore operativo della Leonia; Francesco Carmelo Fontana, di 43 anni; Giuseppe Carmelo Fontana, di 35 anni; Giandomenico Fontana di 38 anni; Eufemia Maria Sinicropi di 35 anni; Giuseppina Maria Grazia Surace di 35 anni. I primi cinque sono accusati di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalità mafiose, le due donne invece sono accusate di intestazione fittizia di beni aggravata dalle finalità di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa, la Sinicropi, moglie di Antonino Fontana, quale titolare formale della società Se.Mac. srl, Italservice srl, Si.Ce. srl; la Surace quale titolare formale della società Si.Ce. srl.
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