Reggio Calabria. Il gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, in accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Marco Tullio Martino, ha disposto la sostituzione della misura cautelare del carcere con quelle degli arresti domiciliari per Carmelo Genovese, reggino, di 34 anni. Genovese si ricorderà, arrestato l’8 marzo 2013, era accusato di concorso in detenzione e porto illegale di armi, danneggiamento aggravato ed esplosioni pericolose in luoghi abitati, da quando, secondo l’accusa, a bordo di un ciclomotore avrebbe fatto esplodere dei colpi di pistola all’indirizzo della stazione di rifornimento esso posta sulla statale ionica 106 all’altezza di Saracinello. Alcuni colpi di pistola poi, sarebbero stati esplosi anche contro l’abitazione del gestore degli impianti di erogazione del carburante. Ad incastrare il Genovese vi sarebbero stati i video della sorveglianza stessa dell’impianto che avrebbero ripreso tutta la scena. Il movente, secondo l’accusa sarebbe stato quello di aver reagito, i due giovani, alla richiesta da parte del gestore dell’impianto del pagamento di alcune consumazioni prese la mattina del fatto, il 29 agosto 2012. Tuttavia, posto che appariva chiaro dagli stessi video come sia il Genovese che il Mangiola fossero stati invero “invitati” da amici gia’ presenti all’interno del bar a consumare quali ospiti cio’ che di fatto hanno poi preso all’interno dell’impianto, e che non si fossero affatto rifiutati di pagare essi stessi il conto, il difensore, ha cosi articolato un’istanza – corredata da copiosa produzione documentale relativa alla posizione personale, familiare e lavorativa del Genovese – attraverso la quale si è chiaramente dimostrato come tutti gli elementi fossero conducenti ad un giudizio di attenuazione delle esigenze cautelari del caso, e che queste, potessero essere soddisfatte anche con il regime meno afflittivo degli arresti domiciliari.
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