Il recente decreto non è sostenuto da alcun impegno di spesa del governo e i precari dovrebbero essere assunti con una residua quota dei pensionamenti che si verificheranno entro il 2015, insufficienti anche per chi ha già il contratto di lavoro a termine, figuriamoci per gli lsu/lpu, non ricompresi nelle spese di personale, che con i tagli degli ultimi anni si sono visti decurtare anche la misera integrazione dell’assegno sociale a carico degli enti. Per decidere quali saranno i pochi fortunati a prendere questo treno per gli lsu/lpu, il decreto privilegia solo l’anzianità anagrafica. Questo criterio sarà un freno e un deterrente per gli enti e impedirà ai più giovani l’accesso, perpetrando una divisione generazionale tra lavoratori precari davvero intollerabile. Alla base c’è sempre il contenimento della spesa, anzichè assunzioni utili a far ripartire l’economia del Paese e il miglioramento sociale. Un intervento serio del governo avrebbe dovuto riaprire i prepensionamenti per consentire ai più giovani l’accesso nelle categorie C e D, secondo le mansioni e i servizi effettivamente svolti. Negli enti locali, nei quali c’è l’intero bacino degli lsu/lpu è in atto una ristrutturazione istituzionale e finanziaria con piccoli comuni sottoposti anch’essi al patto di stabilità, ai piani di rientro, accorpamenti e convenzioni di servizi, esternalizzazioni sempre più frequenti, obbligate non a caso anche dal blocco delle assunzioni, abolizione delle province e loro funzioni. Come faranno ad assumere tanti precari a fronte di cessazioni ridotte all’osso, anche per effetto della legge Fornero? Questo decreto è una corsa ad ostacoli impossibile da superare. Servono assunzioni per tutti subito con finanziamenti statali.
Secondo USB P.I., occorre prioritariamente:
1. Sbloccare il turn over e dare alle amministrazioni pubbliche la possibilità di assumere;
2. Pretendere che le risorse statali regionali e comunali attualmente destinate al pagamento dei LSU/LPU e quelle finalizzate alle stabilizzazioni dei LSU, sulla base di accordi tra Ministero e regioni, debbano essere utilizzate per le assunzioni a tempo indeterminato di tutti i precari lsu/lpu;
3.Per rivendicare garanzie di occupazione ed assicurare un futuro alla pubblica amministrazione, è necessario reinternalizzare i servizi e tornare ad investire nel welfare.
A sostegno di questi punti USB organizzerà la staffetta dei precari pubblici con iniziative di lotta in tutte le regioni e in tutti i comparti a cominciare dal 19 settembre:
– a Villa San Giovanni presidio degli Lsu-Lpu;
– a Roma presidio dei precari del Lazio e della Campania, sotto al Ministero del Lavoro in via Veneto dalle ore 10.30 per ottenere un incontro con il Ministro del Lavoro, già richiesto da Usb.
La mobilitazione proseguirà con altre iniziative fino al 18 ottobre con lo sciopero generale.
USB Pubblico Impiego