Reggio Calabria. Continua serrata la lotta volta all’aggressione ai patrimoni illeciti da parte degli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria. A seguito dell’emissione di un decreto di confisca beni emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sez. Misure di Prevenzione, sono stati aggrediti i beni nella disponibilità di Francesco Gregorio Quattrone, 56 anni, imprenditore di Reggio Calabria.
L’uomo, rende noto un comunicato stampa della Dia che qui riportiamo integralmente, è stato già destinatario in passato della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di due anni, irrogatagli nell’anno 2000 dalla Corte di Appello – Sezione M.P. – di Reggio Calabria e diventata definitiva l’anno successivo.
Coinvolto nell’operazione “Olimpia 1” come presunto affiliato alla cosca Libri, è stato prosciolto dal gup presso il Tribunale di Reggio Calabria. Sul conto di Quattrone hanno rilasciato convergenti dichiarazioni accusatorie i collaboratori di giustizia Giovanni Riggio, Giuseppe Calabrò, Antonino Rodà, Antonino Gullì e Paolo Iannò, i quali hanno stigmatizzato il suo ruolo di “referente”, negli anni ’90, della cosca Libri nel comprensorio (“Locale”) di Gallina di Reggio Calabria.
In data 27.10.2010, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, a seguito delle indagini svolte dal Centro Operativo della Dia di Reggio Calabria nell’ambito della Operazione Entourage, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Francesco Gregorio Quattrone, poiché presunto responsabile di avere fatto parte insieme ad altri dell’associazione per delinquere di stampo mafioso, denominata “cosca Libri”. Successivamente il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione del Riesame – ha annullato tale ultima ordinanza disponendo l’immediata liberazione del Quattrone per insufficienza dei gravi indizi di colpevolezza.
Il provvedimento odierno del Tribunale di Reggio Calabria – Sez. Misure di Prevenzione – è stato emesso a seguito di una lunga e complessa serie di accertamenti patrimoniali svolti dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria, compendiati in una esaustiva proposta di misura di prevenzione – disposta dal Direttore della Dia –, nella quale è stato ricostruito in modo certosino il complesso dei beni mobili ed immobili e dei beni aziendali riconducibili al Quattrone. Gli accertamenti patrimoniali, esperiti avvalendosi delle recenti innovazioni legislative apportate dal nuovo Codice delle leggi Antimafia, hanno consentito di acclarare una manifesta sproporzione tra i modesti redditi dichiarati dall’imprenditore e del suo nucleo familiare in rapporto all’ingentissimo patrimonio aziendale e personale allo stesso riconducibile, già sottoposto a sequestro da questo Centro Operativo DIA nel maggio del 2012.
Come emerge dal decreto di confisca odierno “l’intero patrimonio sequestrato al Quattrone ed al suo nucleo familiare, in quanto formato in virtù di risorse provenienti da un’attività costituita con ricchezza illecita, deve essere confiscato”.
In particolare sono stati sottoposti a confisca 59 unità immobiliari e produttive tra cui:
- il patrimonio aziendale della ditta “L’Arca di Joli” ubicata nella frazione Gallina di Reggio Calabria, ricomprendente il noto ristorante – albergo omonimo, la pizzeria “Unicità” e la sala ricevimenti con annessa ampia area giardino esterna “Luxury Ridge”;
- vastissimi appezzamenti di terreno agricolo per un’estensione di oltre 360.000 metri quadri;
- 16 fabbricati;
- 2 conti correnti societari ed una polizza assicurativa.
Il valore del patrimonio confiscato ammonta a circa 20 milioni di euro.
I beni sottoposti a confisca, saranno amministrati – ai sensi delle nuove disposizioni del Codice Antimafia – da personale dell’Agenzia dei beni confiscati che garantirà la prosecuzione delle attività aziendali.