Reggio Calabria. In riferimento alla notizia del sequestro preventivo di parti importanti della struttura alberghiera a quattro stelle denominata “E’ Hotel”, Legambiente si augura che sia giunto il momento di fare completa chiarezza accertando anche le eventuali responsabilità istituzionali e professionali rispetto a un insediamento che, sin nella fase di costruzione, ha sollevato le proteste e le denunce dell’Associazione.
In particolare nel corso di un blitz operato il 7 giugno del 2006 nell’ambito della campagna “Occhio alle coste” Legambiente aveva denunciato pubblicamente tante possibili violazioni di legge sul piano autorizzativo per il grande complesso turistico-alberghiero (precedentemente denominato Hotel Villaggio “Al Corallo”), per cui veniva richiesta, peraltro su un “sito impossibile” l’autorizzazione come semplice ristrutturazione dell’ex pastificio Primerano. Legambiente aveva in particolare specificato che “…i nuovi manufatti, oltre a costituire un impatto notevole sulla fascia costiera senza rispetto delle distanze, ricadono in un’area dichiarata a rischio dal PAI, il Piano di assetto idrogeologico.” Si faceva inoltre riferimento agli “…evidenti problemi di igiene, viabilità sicurezza con l’unica entrata che attraversa la fiumara Caserta che convoglia numerosi scarichi fognari (nascosti alla vista da una copertura in legno).”
Legambiente aveva successivamente, nel 2009, segnalato il caso alla Commissione comunale d’inchiesta su urbanistica, lavori pubblici e manutenzione che, restando non convinta dai pareri autorizzativi formalmente a posto acquisiti agli atti degli enti preposti, aveva giustamente richiamato come per casi analoghi “la necessità di un più adeguato approfondimento tecnico con i nuovi strumenti e supporti informatici al servizio del PSC che renderanno possibile una ricognizione severa e puntuale delle varie abnormità e rendere incontestabile la lettura del “fuori campo”.
Nella pregevole relazione finale di quella Commissione – ricorda Legambiente- il complesso alberghiero (ora in parte sequestrato) emerge, insieme ad altri casi analoghi ben individuati, quale “possibile esempio del diffuso fenomeno di “illegalità autorizzata” ovvero “mostruosità edilizie consentite ed “assentite” – in aree che dovrebbero essere di vincolo e in contrasto con norme elementari di pianificazione – spesso sotto il mantello protettivo degli “escamotage” individuati nel dedalo della legge e delle norme”.
L’auspicio – conclude Legambiente- è che l’indagine su “E’ Hotel”, su cui non è certo compito nostro anticipare alcuna conclusione, possa far parte di un’azione massiccia, concertata e finalmente efficace contro l’abusivismo e le altre illegalità autorizzate, con particolare riferimento all’area costiera e alle aree golenali della città, in considerazione delle dimensioni note e sconcertanti di tali fenomeni.
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