Reggio Calabria. Non c’era nessuno a suonare la cetra stanotte mentre il fuoco spazzava via il Museo dello Strumento Musicale, la cetra bruciava anch’essa all’interno della struttura insieme ad altri 800 strumenti musicali, collezionati con certosina pazienza e infinito amore nell’arco di quasi 20 anni. Il museo era stato realizzato all’interno della vecchia Stazione Lido ubicata nella Pineta Zerbi. Una stazione dismessa dalle Ferrovie dello Stato quando, 20 anni fa appunto, fu realizzata l’intubata che permise ai treni di circolare al di sotto del marciapiede restituendo il contatto tra la città e il mare, che prima era tagliato in due dalla strada ferrata. E alla città, grazie all’Associazione Museo dello Strumento Musicale, fu restituita anche la struttura della vecchia Stazione Lido, che nei suoi 200 metri quadrati ospitava da allora il museo. “L’associazione – si legge sul suo sito web – dal 1996 espone, conserva, valorizza e studia strumenti musicali provenienti da ogni parte del Mondo, appartenenti alla cultura musicale etnica, a quella tradizionale popolare e a quella occidentale “colta”. All’interno del museo vi erano esposti circa ottocento strumenti catalogati, secondo il sistema Hornbostel-Sachs, in cinque famiglie: Aerofoni, Cordofoni, Idiofoni, Membranofoni e Meccanico-elettrici. La collezione include anche una ricca sezione dedicata agli strumenti della tradizione musicale reggina e calabrese”. Tutto al verbo passato, ormai, perché dopo il rogo divampato questa notte, poco o nulla si è salvato, così come è andata distrutta anche la preziosa biblioteca del museo, che conteneva antichi libri di musica e antichi spartiti. Le fiamme hanno duramente impegnato i vigili del fuoco del Comando provinciale, che adesso stanno indagando sulla natura dell’incendio, che “potrebbe”, ma le virgolette in questa fase sono ancora d’obbligo, essere di natura dolosa.
Fabio Papalia