Brancaleone (Reggio Calabria). Tra i comuni facenti parte del Parco Antropico dello Zeffirio (Bianco,Bruzzano Zeffirio, Caraffa del Bianco, Ferruzzano, Samo, Sant’Agata del Bianco, Staiti) Brancaleone, indubbiamente, per la sua storia e la sua felice posizione geografica occupa un posto di rilievo lungo la costa jonica reggina. In un pannello diffuso dalla Provincia di Reggio Calabria, qualche tempo fa, si legge che il Parco comprende il territorio che dalla collina posta a Sud-Est della provincia si spinge fino alla zona litoranea che va da Brancaleone a poco oltre la fiumara La Verde. L’area è contraddistinta da un territorio collinare attraversato dal corso della fiumara di Bruzzano Zeffirio da una parte e dalla fiumara La Verde, dall’altra. Dal punto di vista ambientale la “La Verde” è l’elemento di maggiore valore e si identifica come sito di interesse comunitario, sia per la presenza lungo il suo corso di spettacolari gole poste tra alte pareti di roccia vicino l’abitato di Samo, sia per l’esistenza alla foce di acquitrini e pozze popolate da piccoli pesci e anfibi e meta di numerosi uccelli migratori. Un altro contesto ambientale particolare è rappresentato dal Bosco di Rudina, nel territorio di Ferruzzano. Le attrattive di carattere storico sono distribuite in maniera diffusa su tutto il territorio. L’elemento di maggiore rilevanza è rappresentato dall’Abbazia di Santa Maria di Tridetti. Ruderi monumentali siti nel territorio di Staiti, rilevati e studiati dal famoso archeologo Paolo Orsi nel 1914. L’Abbazia risale all’XI secolo, periodo normanno, ed ha nello stile influssi bizantini con elementi tecnico-morfologiche di derivazione islamica. A Brancaleone si trova un altro sito storico-architettonico importante, il borgo abbandonato del paese vecchio. Brancaleone Vecchio sorge su di un’altura, posta alle spalle del nuovo abitato, collocato sulla costa, ed ha anche un discreto valore paesaggistico. Presenta alcune situazioni interessanti, come le grotte di Sperlonga e l’omonima torre, oggi un rudere, del XV secolo, i ruderi del castello normanno-angioino e la chiesa dell’Annunziata con portale del 500. Cesare Pavese vi soggiornò al confino nel 1935.” Brancaleone Marina si snoda lungo la costa jonica reggina tra Capo Spartivento e Capo Bruzzano, un tempo centro indiscusso per la coltivazione del gelsomino. Secondo le ricostruzioni storiche il vecchio borgo di Brancaleone Superiore, l’abitato è sorto su un’altura che ospita numerose grotte abitate, in epoca altomedievale, da eremiti. Antichi scritti tramandano l’esistenza di una necropoli che sorgeva verso il mare vicino l’omonima torre normanna. Ma vi sono tesi che fanno risalire il primo insediamento ad epoche successive.Alcuni ritengono sia sorto nel 952 dopo Cristo, anno in cui le scorrerie arabe costrinsero molte popolazioni a creare nuovi insediamenti; altri che sia stato fondato al tempo della guerra del Vespro(1282) da una famiglia di nome Brancaleone. Comunque sia la prima citazione di Brancaleone risale al 1413. Il territorio fu feudo e capoluogo di baronia. Nel 1811 fu riconosciuto Comune. Dopo il terremoto del 1908, che provocò ingenti danni, si rese necessario il trasferimento di molte famiglie ai piedi della collina. Nacque così la frazione Razzà e la zona della marina. I primi abitanti furono i coloni del principe di Roccella. La collina di Brancaleone Superiore fu abbondata definitivamente dopo l’alluvione del 1953.
Agostino Belcastro