Gioia Tauro (Reggio Calabria). “Sul problema della nave con le armi chimiche siriane chiediamo, soprattutto al Governo, più rispetto per il territorio e per i suoi cittadini”. E’ questo uno dei passaggi dell’intervento che Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, ha fatto questa mattina a Gioia Tauro durante una manifestazione di cittadini che hanno espresso dissenso sulla decisione di coinvolgere lo scalo della cittadina tirrenica nel trasbordo delle armi siriane destinate alla distruzione. “Non possiamo dimenticare – ha detto Raffa – il grido di dolore e la disperazione di alcune persone che hanno perso dei loro congiunti per malattie molto gravi, per patologie tumorali. La salute della popolazione è la prima preoccupazione, perché ci troviamo in un territorio ad alto rischio; e per questo chiediamo la massima attenzione. Come istituzioni, in questo delicato momento, abbiamo il dovere di lanciare un messaggio, chiaro e inequivocabile: qualsiasi manifestazione deve trovare la propria azione all’interno di una cornice di civiltà. Perché dobbiamo sfatare il mito che la provincia di Reggio sia solo ‘ndrangheta. Sappiamo tutti che non è così. Qui ci sono persone perbene, oneste e laboriose. E noi le vogliamo affiancare: convinti come siamo che il riscatto della nostra terra passi dall’affermazione del principio della legalità. Su questo fronte ci siamo attestati e ci stiamo mettendo la faccia. Lo stiamo facendo con la convinzione che bisogna recuperare il territorio attraverso le procedure che l’ordinamento giuridico ci mette a disposizione”. Ai manifestanti, il Presidente della Provincia ha poi detto: “In questi giorni abbiamo sollecitato il Consiglio regionale affinché la massima Assise calabrese affronti il delicato tema. L’assemblea dei sindaci, nei giorni scorsi, ha assunto una posizione ferma e chiara e noi stiamo attivando l’Autorità portuale per far sì che l’argomento sia preso in esame anche al suo interno. Siamo convinti che se proseguiremo su questa linea, ferma nelle intenzioni ma civile nelle azioni, riusciremo a impedire che la nave dei veleni approdi a Gioia Tauro. Lo scalo – ha affermato ancora Raffa – merita ben altra attenzione e noi, assolutamente non possiamo barattare un sopruso con altri promessi riconoscimenti. Parliamo della zona franca, che aspettiamo da tempo; proseguiamo con la logistica e, in generale, rivendichiamo altri importanti e vitali investimenti che il Governo deve decidere. Il comprensorio gioiese è piegato su se stesso anche a causa degli effetti di una crisi che produce povertà e disgregazione sociale. Qui i sindaci sono alle prese con grosse difficoltà di bilancio; i cittadini vivono il quotidiano dramma della disoccupazione, sono ostaggio del sottosviluppo. Temi che ci impediscono di indietreggiare. Pretendiamo lavoro, ma che sia pulito, onesto nel quale noi ci riconosciamo. C’è in noi la convinzione, la consapevolezza che questo territorio meriti rispetto che rivendichiamo senza populismo, ma attraverso una battaglia di civiltà per la difesa dei cittadini e per ottenere azioni di sviluppo in grado di far diventare Gioia Tauro un vero scalo d’eccellenza. Ma non a parole o con enunciazioni di convenienza”.
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