Reggio Calabria. La Rete delle Associazioni, è un raggruppamento di circa 20 organismi che si propone di sviluppare, insieme ai cittadini, delle azioni per migliorare la vita della nostra città. Con questa finalità, la Rete ha organizzato, per giorno 13 febbraio 2014 alle ore 17,00 presso la nuova sede ATAM di viale Calabria, un momento pubblico per affrontare la problematica della casa. Questo appuntamento darà l’avvio al programma di incontri con il quale, attraverso il confronto con i cittadini, si intende far conoscere le iniziative della Rete, chiedendo suggerimenti e partecipazione. Nell’incontro del 13 febbraio si analizzerà il problema della casa, si presenteranno le azioni già avviate, le possibili proposte da avanzare, dialogando con i partecipanti. Si affronterà il tema del disagio abitativo che riguarda tante famiglie reggine, da quelle che fanno fatica a pagare l’affitto mensile, a quelle che si trovano già in condizione di sfratto esecutivo o che abitano nei garage, in baracche o in altri alloggi impropri. Il disagio abitativo verrà messo in relazione al cattivo funzionamento della politica abitativa pubblica. Il comune di Reggio Calabria ha un importante patrimonio di edilizia residenziale pubblica (ERP) di circa 9.000 alloggi popolari, e se questo patrimonio venisse gestito secondo la normativa vigente potrebbe ridurre il bisogno abitativo. Ma il Comune non gestisce bene gli alloggi ERP. Secondo la legge regionale nr 32/1996, gli alloggi popolari dovrebbero essere gestiti applicando il principio del turnover. L’alloggio assegnato deve rimanere alla famiglia assegnataria fino a quando questa mantiene i requisiti previsti dalla normativa, nel momento in cui questi vengono meno l’alloggio deve ritornare nella disponibilità del comune, il quale dovrà provvedere ad assegnarlo ad un’altra famiglia che ha i requisiti. Questo principio non viene applicato dal Comune di Reggio Calabria, in quanto l’ente non effettua, in modo ordinario, le verifiche sulla permanenza dei requisiti degli assegnatari, previste dalla normativa vigente. La mancata applicazione della legge da parte del Comune, denunciata perfino nella relazione degli ispettori che ha portato allo scioglimento dell’ente (ottobre 2012), ha prodotto nella città una situazione paradossale: centinaia di alloggi popolari non sono abitati dagli assegnatari, da quelli che non hanno più i requisiti per mantenere l’assegnazione, mentre tantissime famiglie reggine non hanno una casa e versano in una grave condizione di disagio abitativo. Ma la cattiva gestione degli alloggi popolari non è la sola causa del non funzionamento della politica della casa. Le altre cause sono : la mancanza di un contributo per gli affitti a favore delle famiglie più povere, il mancato utilizzo da parte della Regione Calabria del finanziamento ricevuto dal governo per il Piano casa 2009 per costruire o acquistare nuovi alloggi popolari, i forti ritardi che si registrano nel meccanismo dei bandi pubblici comunali per le assegnazione degli alloggi, il modello di costruzione degli alloggi che spesso genera ghetti urbani, le procedure con le quali si assegnano alloggi popolari a coloro che non sono in stato di bisogno, la vendita degli alloggi popolari ad assegnatari che da tempo non abitano l’alloggio messo in vendita e quindi hanno perso i requisiti. Di fronte a questa politica fallimentare, che non ha più l’obiettivo di garantire il diritto fondamentale alla casa alle famiglie indigenti, le associazioni della Rete, nell’incontro del 13 febbraio, presenteranno le azioni che hanno già avviato. Il 23 dicembre 2013, gli enti A.N.C.A.D.I.C., A.L.B.A., Opera Nomadi e Reggio non Tace hanno presentato una class action contro il comune affinchè l’ente provveda, nel rispetto della normativa vigente, ad effettuare le verifiche sull’intero patrimonio degli alloggi popolari, in modo da applicare il principio del turnover. Questa azione dovrebbe portare la Commissione prefettizia ad effettuare le verifiche sui requisiti degli assegnatari, facendo rientrare nella disponibiltà del Comune qualche centinaio di alloggi, che potranno essere assegnati alle famiglie più bisognose. L’avvocato Francesco Nucara, presidente dell’associazione ANCADIC, dopo una lunga battaglia, ha ottenuto dal TAR una sentenza storica, con la quale si riconosce che il diritto alla casa, in presenza dei requisiti di legge, debba essere sempre garantito dall’ente comunale. Anche nel caso in cui il comune non avesse alloggi disponibili, esso deve provvedere a trovare una soluzione abitativa per i cittadini che ne hanno fatto richiesta e ne hanno diritto. Tra le altre proposte possibili che la Rete intende avanzare c’è quella dell’utilizzo degli alloggi confiscati alla ‘ndrangheta come alloggi popolari. Questa azione è stata già sperimentata in città, ma è rimasta una scelta molto marginale, mentre, con i dovuti accorgimenti, potrebbe diventare una risorsa importante per aumentare il patrimonio degli alloggi popolari a favore delle famiglie che si trovano senza una casa. Partendo dall’esposizione di questi argomenti le associazioni della Rete, nell’incontro del 13 febbraio, apriranno un confronto con i cittadini chiedendo una loro diretta partecipazione, perché questo è uno degli aspetti fondamentali per favorire una politica della casa veramente efficace.
Referente ALBA- Portavoce Rete delle Associazioni
F.to Ing. Domenico Gattuso
Presidente A.N.C.A.D.I.C.
F.to Avv.to Francesco Nucara
Per il Movimento Reggio Non Tace
F.to Avv.to Nicola Santostefano
Presidente Opera Nomadi di Reggio Calabria