Castrovillari (Cosenza). Il Tribunale di Castrovillari, in funzione di Giudice dell’esecuzione penale, sciogliendo la riserva assunta nella camera di consiglio, ha accolto pienamente la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Giuseppe Vena difensore di fiducia del cinquantaduenne L.V. domiciliato a Rossano.
All’uomo era stato notificato un ordine di esecuzione, richiesto dalla Procura della Repubblica, per l’espiazione di una pregressa condanna non ancora scontata atteso che lo stesso aveva già usufruito di ben due provvedimenti di clemenza di concessione della pena sospesa. Tale provvedimento, a seguito dell’accoglimento delle ragioni difensive dell’avvocato Giuseppe Vena era stato già annullato da parte del Tribunale di Castrovillari; cosicché il legale di fiducia, per far evitare l’espiazione della pena residua del proprio cliente, valutato che dal casellario dell’uomo appariva che lo stesso, nel corso degli anni precisamente nel 1998 e nel 2003, aveva patito anche condanne per violazione dei sigilli ed abuso edilizio, con due separate sentenze, rispettivamente a mesi 10 di reclusione e l’altra a mesi tre e giorni 20 di reclusione entrambe emesse dal Tribunale di Crotone ed
entrambe emesse col rito del patteggiamento, ricorreva al Giudice dell’esecuzione penale di Castrovillari per ottenere l’unificazione delle condanne, applicando la normativa del reato continuato, sotto il vincolo di una sola sentenza e quindi ridurre mitigando la pena ed invocando sempre la concessione del beneficio della pena sospesa.
L’avvocato Vena sosteneva al Giudice, che i reati contestati potevano essere unificati sotto il vincolo della continuazione atteso che trattavasi di reati commessi nel medesimo arco temporale e sul medesimo manufatto così da far palesare l’unicità del disegno della condotta antigiuridica dell’uomo. Il Giudice dell’esecuzione penale, a scioglimento della riserva camerale, accoglieva la richiesta formulata dall’avvocato Giuseppe Vena e per tal effetto cumulava le separate condanne in un unico provvedimento, concedendo il beneficio della pena sospesa, cosicché l’uomo, di fatto, eviterà l’espiazione della pena.
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