Reggio Calabria. L’affannosa ricerca all’innovazione, ai nuovi farmaci, alle tecnologie fanno crescere la spesa sanitaria fino a renderla insostenibile. Ma il momento di austerità che ridimensiona le risorse impone un cambio di registro. Più che orientarsi a uno sviluppo senza fine e senza benefici per gli utenti, si dovrebbe puntare all’estensione delle conquiste scientifiche all’intera popolazione, nella logica dell’equità. Attorno a questi temi l’Associazione calabrese di epatologie (Ace) propone un fermo immagine sulla “Ricerca biomedica indipendente. Come curarsi in tempo di crisi”. Il convegno si terrà sabato con inizio alle 9 nella sala convegni dell’ambulatorio di medicina solidale dell’Ace. Un incontro a più voci in cui ribadire la necessità di puntare finalmente su politiche di salvaguardia della salute e prevenzione della malattia. Percorso che comporterebbe enormi risparmi con la garanzia della stabilità e della sostenibilità del sistema sanitario. Autorevoli espressioni del mondo accademico e scientifico chiariranno come per favorire la promozione commerciale dell’innovazione non si esiti a manipolare i risultati delle verifiche di efficacia e sicurezza, a dimostrazione del fatto che molti degli impegni di ricerca sono sostenuti dalla necessità di garantire l’espansione sul mercato piuttosto che dall’interesse a migliorare la salute. Dopo la presentazione di Alfonso Mele, già direttore del reparto di Epidemiologia clinica e linee guida dell’istituto superiore di sanità, di Roma e Lino Caserta, presidente dell’Ace, Mario Bozzo, presidente della fondazione Carical relazionerà su: il privato etico a sostegno della ricerca biomedica indipendente. Quindi Marco Bobbio, già direttore della Sc Cardiologia dell’ospedale Santa Croce e Carle a Cuneo, nonché figlio del celebre Norberto interverrà sui dati scientifici: veri, falsi, imprecisi o essenziali?. Salvatore De Masi, dell’Azienda universitaria Meyer di Firenze si occuperà degli studi epidemiologici e delle implicazioni etiche. Roberto Satolli, medico e giornalista racconterà dell’invenzione delle malattie. La seconda sessione si occuperà di come ridurre i costi sanitari. Simona Giampaoli dell’Istituto superiore di Sanità indicherà il percorso del risparmio attraverso la prevenzione, mentre Antonio Bonaldi, presidente di Slow Medicine di Torino si soffermerà su alcuni esami inutili per dimostrare che fare di più non vuol dire sempre fare meglio. Francesco Calamo Specchia, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma sottolineerà l’importanza della comunicazione nella sanità, quindi Filippo Palumbo, già capo dipartimento della programmazione del ministero della Salute passerà in rassegna le strategie per curarsi e risparmiare.