Reggio Calabria. Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Ros, coadiuvati da personale della Dia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 17 indagati (di cui 10 in carcere e 7 agli arresti domiciliari) per associazione di tipo mafioso, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività creditizia e intestazione fittizia di beni, aggravati dalle finalità mafiose.
In particolare il gip di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di:
- Francesco Buda, di 41 anni;
- Giuseppe Codispoti, di 49 anni;
- Domenico Condello, di 42 anni;
- Francesco Condello, di 32 anni;
- Gianluca Ciro Domenico Favara, di 47 anni;
- Francesco Foti, di 56 anni;
- Fortunato Danilo Paonessa, di 40 anni;
- Vincenzo Pesce, di 62 anni;
- Pasquale Rappoccio, di 58 anni;
- Carmelo Vardè, di 28 anni;
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[toggle_item title=”LEGGI LE SINGOLE CONTESTAZIONI” active=”true”]
a) per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., il 1°, il 2°, il 6°, il 7°, il 10°;
b) per il delitto di cui agli artt. 110, 644 c.p. (pluriaggravato) e 7 L. 203/91 il 2° e il 5°;
c) per il delitto di cui agli artt. 110, 629, 2° co., in relazione all’art. 628 co. 3 n. 1 e 3 c.p. e 7 l. 203/91, il 2°, il 5° ed il 10°;
d) per il delitto di cui agli artt. 110, 644 c.p. (pluriaggravato) e 7 L. 203/91 il 1°, il 2° e il 5°, il 7°;
e) per il delitto di cui agli artt. 110, 629, 2° co., in relazione all’art. 628 co. 3 n. 1 e 3 c.p. e 7 l. 203/91, il 1°, il 5° ed il 7°;
f) per il delitto di cui agli artt. 100, 582, 585comma1, in relazione all’art. 576 n. 1 c.p. e 7 legge 203/91, il 1°, il 5°, il 7°;
h) per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies L. 356/92 e 7 legge203/91, l’8°;
i) per il delitto di cui agli artt. 110, 644 c.p. (pluriaggravato) e 7 L. 203/91, il 5°e il 6°;
l) per il delitto di cui agli artt. 110, 644 c.p. (pluriaggravato) e 7 L. 203/91, il 5°e il 9°;
m) per il delitto di cui all’art. 132 D. Lvo n. 385 del 1993 (esercizio abusivo di attività finanziaria) e 7 legge 203/91, il 1°, il 5°, il 6°, il 9°;
0) per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies L. 356/92 e 7 legge203/91, il 3° e il 4°;
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e degli arresti domiciliari nei confronti di:
- Carlo Avallone, di 59 anni;
- Antonino Cotroneo, di 71;
- Biagio Francesco Maduli, di 51 anni;
- Paolo Pizzimenti, di 26 anni;
- Maria Grazia Polimeni, di 37 anni;
- Giacinto Polimeni, di 62 anni;
- Mario Donato Ria, di 67 anni;
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[toggle_item title=”LEGGI LE SINGOLE CONTESTAZIONI” active=”true”]
a) per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., il 12°;
b) per il delitto di cui agli artt. 110, 644 c.p. (pluriaggravato) e 7 L. 203/91, l’ 11°;
c) per il delitto di cui agli artt. 110, 629, 2° co., in relazione all’art. 628 co. 3 n. 1 e 3 c.p. e 7 l. 203/91, l’ 11°,
d) per il delitto di cui agli artt. 110, 644 c.p. (pluriaggravato) e 7 L. 203/91 il 17°;
e) per il delitto di cui agli artt. 110, 629, 2° co., in relazione all’art. 628 co. 3 n. 1 e 3 c.p. e 7 l. 203/91, il 17°;
f) per il delitto di cui agli artt. 100, 582, 585comma1, in relazione all’art. 576 n. 1 c.p. e 7 legge 203/91, il 17°;
g) per il delitto di cui agli artt. 81, comma2, 56, 610, comma 2,in relazione all’art. 339 , 61 n. 7 c.p., e 7 legge 203/91, il 17°;
h) per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies L. 356/92 e 7 legge203/91, il 13°;
n) per il delitto di cui agli artt. 110, 644 c.p. (pluriaggravato) e 7 L. 203/91, il 12
o) per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies L. 356/92 e 7 legge203/91, il 14°, la 15° e il 16°.
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I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa, avviata dal Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri, in prosecuzione dell’indagine “Meta” del 2010, nei confronti delle più qualificate articolazioni ‘ndranghetiste del capoluogo reggino.
In particolare le investigazioni, condotte sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno evidenziato le sinergie criminali instauratesi tra le cosche “Condello” e “Imerti” del capoluogo reggino e quelle rosarnesi dei “Pesce” e dei “Bellocco”, per la gestione delle risorse finanziarie provenienti dalle attività illecite, attraverso la realizzazione di un sistema creditizio parallelo, anche a tassi usurari, a favore di imprenditori del territorio calabrese e lombardo.
In tale contesto, è stata documentata la centralità dell’indagato rosarnese Gianluca Domenico Ciro Favara, emerso quale collettore degli interessi anche delle cosche reggine, cui faceva capo un gruppo di soggetti dediti all’individuazione di imprenditori in contingenti difficoltà finanziarie, ai quali concedere crediti, applicando interessi usurari pari al 20% mensile, abbinati ad ulteriori garanzie vessatorie, quali cessioni di quote societarie e trasferimenti della titolarità di immobili, anche di pregio.
In caso di inadempienza, le vittime venivano sistematicamente sottoposte a ritorsioni, anche mediante il ricorso alla violenza fisica.
Tra gli indagati incaricati di individuare le vittime dell’attività usuraria è emersa, altresì, la figura dell’imprenditore Pasquale Rappoccio, già tratto in arresto, unitamente a Favara, nell’ambito dell’operazione “Reggio Nord”, conclusa dal Ros nell’ottobre 2011 con l’esecuzione di un provvedimento cautelare nei confronti di 18 indagati per associazione di tipo mafioso, procurata inosservanza della pena, favoreggiamento personale ed intestazione fittizia di beni, aggravati dalle finalità mafiose. Tale indagine aveva consentito, in particolare, di individuare il circuito criminale di riferimento di Domenico Condello, costituito da soggetti preposti a favorirne la latitanza ed alla gestione degli interessi economici dell’omonima cosca.
Nel procedimento reggino sono confluite anche le acquisizioni di un diverso procedimento penale, avviato dalla Procura Distrettuale milanese nei confronti di 3 dei destinatari del provvedimento restrittivo (ossia Giuseppe Codispoti, Carlo Avallone e Mario Donato Ria). In tale ambito, il Ros e la Dia hanno accertato come un’articolazione territoriale delle cosche Pesce e Bellocco di Rosarno sia stata in grado di attuare un lento e graduale processo di “aggressione” del patrimonio mobiliare ed immobiliare di soggetti appartenenti all’imprenditoria milanese, agendo con condotte estorsive ed usurarie, e come l’indagato Gianluca Ciro Domenico Favara ed i suoi sodali abbiano sfruttato anche altre realtà associative già radicate nel territorio lombardo, sia ‘ndranghetiste, come la locale di Lonate-Pozzolo, sia gruppi appartenenti alla criminalità c.d. “comune”.
L’intervento conferma, sul piano associativo, l’esistenza di consolidate dinamiche di interazione in chiave unitaria tra le articolazioni territoriali della ‘ndrangheta reggina e quella lombarda per il perseguimento di obiettivi illeciti condivisi.
Contestualmente è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo, funzionale alla confisca, di beni aziendali e quote societarie, per un valore complessivo – secondo una stima prudenziale – di otto milioni di euro. Gli interventi hanno interessato le province di Reggio Calabria e Milano.
I dettagli dell’indagine sono stati illustrati stamani, in conferenza stampa, dal procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, alla presenza del generale Pasquale Angelosanto, vice comandante nazionale del Ros (nonché apprezzatissimo ex comandante provinciale dell’Arma di Reggio Calabria), del capo centro Dia di Reggio Calabria, colonnello Gaetano Scillia, del comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Lorenzo Falferi, del comandante del Ros di Reggio Calabria, maggiore Gianluca Piasentin, del comandante del Reparto operativo del Comando provinciale, tenente colonnello Gianluca Valerio, e del comandante del nucleo investigativo del Comando provinciale, maggiore Michele Miulli.