Catanzaro. In riferimento all’articolo apparso a pagina 34 dell’edizione odierna di Vibo Valentia della Gazzetta del Sud, dal titolo “Depuratori, partono i controlli su tutto il territorio provinciale”, il direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), dr.ssa Sabrina Santagati, intende replicare all’affermazione, riportata testualmente, del dirigente della provincia Gianfranco Comito, secondo il quale alla task-force “non ha voluto partecipare l’Arpacal”.
“In realtà – dichiara il direttore generale dell’Arpacal, che ha subito acquisito le opportune informazioni dal direttore del Dipartimento provinciale di Vibo valentia, dr.ssa Angela Diano – alla nota n. 54631, inviata dall’amministrazione provinciale il 18 giugno scorso, non è stata data risposta perché si stava procedendo a verificare la possibilità di fornire il supporto tecnico richiesto per il controllo analitico degli scarichi da effettuarsi nei mesi di luglio e agosto, al di fuori di una programmazione condivisa e in mancanza di una convenzione, così come prevede la normativa. L’attività dipartimentale per i mesi estivi, che prevede il controllo delle acque di balneazione, il monitoraggio delle microalghe tossiche e il controllo degli scarichi ai fini autorizzativi per conto dell’Amministrazione provinciale, è stata infatti programmata da tempo per consentire di organizzare e pianificare l’attività, coordinandola con le esigenze analitiche dei campioni prelevati”.
“Più volte – prosegue il direttore generale Arpacal – è stata ribadita l’esigenza di regolamentare le attività che i due enti devono espletare attraverso una programmazione pluriennale, e sono stati avviati incontri a tal fine che però non hanno ottenuto gli scopi prefissati. In diverse occasioni, infatti, il nostro dipartimento provinciale ha richiesto incontri tecnici per definire una programmazione coordinata, non ultima una riunione, nel luglio dello scorso anno, tenuta con il vice commissario dott. Massidda, in cui proprio l’amministrazione provinciale si impegnava a stilare una convenzione che permettesse ad Arpacal una programmazione dell’attività di controllo”.
“Nessuna mancanza di collaborazione – conclude Santagati – ma la necessità di programmare, senza estemporaneità, un’attività assolutamente importante che, però, necessita della sinergia di tutti. Ricordo a me stessa, infatti, che secondo il Decreto Acque l’autorità competente al controllo degli scarichi di acque reflue urbane e industriali è la Provincia, cui spetta il rilascio dell’autorizzazione per tale tipologia di scarichi. La Provincia deve pianificare le ispezioni e quindi il controllo sulla base di un programma che assicuri un periodico, diffuso, effettivo ed imparziale sistema di verifiche “preventive e successive”. Per questo la Provincia, per l’espletamento delle attività di controllo, si può avvalere dell’Arpacal per come previsto dalla legislazione regionale”.
“Attualmente l’Arpacal – aggiunge il Direttore generale – realizza una serie di controlli sugli scarichi delle acque reflue urbane esclusivamente come vigilanza e controllo preventivo e repressivo in ordine agli illeciti (amministrativi e penali) previsti dal decreto acque. Nella maggior parte delle volte l’attività e coadiuvata dalla presenza delle autorità di vigilanza (NOE, Guardia Costiera, Polizia Provinciale,..) a seguito di delega di indagine. Si realizzano, inoltre, attività analitiche per conto della provincia esclusivamente in merito all’istruttoria di autorizzazione allo scarico per come sopra riportato nell’elenco delle competenze amministrative”.
“Manca di fatto – conclude Santagati – quel programma che assicuri un periodico, diffuso, effettivo ed imparziale sistema di verifiche preventive previste dal D.Lgs 152/06, che a sua volta, all’allegato 5 dello stesso decreto, determina le frequenze minime per il controllo sia delle acque reflue urbane che industriali”.
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