Crotone. Nell’ambito dell’attività di servizio volta al contrasto della criminalità organizzata, la Guardia di Finanza di Crotone ha portato a termine due operazioni, dando esecuzione ad altrettanti decreti di sequestro preventivo d’urgenza emessi dal Presidente del Tribunale di Crotone – Maria Luisa Mingrone – su proposta inoltrata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro (Direzione Distrettuale Antimafia), Vincenzo Antonio Lombardo, ai sensi del Decreto Legislativo 6 settembre 2011, nr. 159 (Nuovo codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione). I provvedimenti in questione sono stati adottati all’esito di indagini patrimoniali svolte, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dal Nucleo Polizia Tributaria e dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Crotone.
In particolare, gli accertamenti effettuati dal Nucleo Polizia Tributaria riguardano la posizione di M.C., di 34 anni, ritenuto appartenente alla cosca “Farao-Marincola”, meglio conosciuta come “locale di Cirò”, con precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio, in materia di stupefacenti ed in materia associativa, già sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per effetto del provvedimento disposto dal Tribunale di Crotone nel marzo 2008.
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno confermato la presenza di frequentazioni dell’uomo con noti pluripregiudicati del luogo, anch’essi indiziati di appartenere al medesimo clan mafioso. Inoltre, le indagini patrimoniali (estese ai familiari conviventi nell’ultimo quinquennio) hanno evidenziato una consistenza patrimoniale non compatibile con i redditi dichiarati che appaiono irrisori e non sufficienti a soddisfare le primarie esigenze di mantenimento del nucleo familiare.
Il Tribunale di Crotone, quindi, recependo la proposta del Procuratore Distrettuale, ha ordinato il sequestro di 3 aziende (un’attività di commercio all’ingrosso di alimentari e due esercizi di commercio al dettaglio di biancheria), nonché un appartamento in Cirò Marina, 5 fabbricati siti in Umbriatico (KR), 2 terreni oltre ai rapporti bancari intestati a M.C. ed ai familiari.
Il valore dei beni sequestrati, per l’amministrazione dei quali è stato nominato un professionista, ammonta a complessivi euro 1.400.000.
La seconda operazione, condotta dai militari della Compagnia, ha riguardato la cosca dei “Comberiati” di Petilia Policastro, segnatamente la posizione di V.C. (classe 1957). L’uomo, ritenuto al vertice del locale di ‘ndrangheta di Petilia, è allo stato detenuto in custodia cautelare per espiazione pena ed è in attesa di giudizio per altri procedimenti penali pendenti per reati di omicidio, associazione mafiosa ed altro. Nei suoi confronti, inoltre, il Tribunale di Crotone ha disposto in data 24 marzo 2010 la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, con decreto divenuto irrevocabile a dicembre 2011.
Anche in questo caso, la proposta di misura di prevenzione patrimoniale è stata fondata, oltre che sulla pericolosità sociale del proposto, anche sulla disponibilità (diretta o indiretta) di beni di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, tanto da far ragionevolmente ritenere che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
Nello specifico, i beni immobili e gli automezzi formalmente intestati al coniuge ed al figlio dell’uomo, alla luce delle risultanze complessive dell’analisi delle movimentazioni economico finanziarie in entrata (fonti), raffrontate con le uscite (impieghi), non hanno trovato giustificazione nei modesti redditi prodotti, a malapena sufficienti per le primarie esigenze di sostentamento del nucleo familiare. Ciò anche in considerazione del disconoscimento dei rapporti di lavoro posti in essere dall’impresa agricola di cui è titolare la moglie del proposto, come emerso a seguito dell’attività ispettiva compiuta dall’Inps che ha ritenuto come tale impresa sia stata esclusivamente finalizzata a far percepire indebitamente prestazioni previdenziali o costituire posizioni assicurative a favore di soggetti che, di fatto, non hanno prestato attività lavorativa.
Il patrimonio di cui è stato ordinato il sequestro, il cui valore è stimato in circa €. 600.000, è costituito da:
- 21 terreni agricoli in Petilia Policastro;
- 2 terreni in Mesoraca;
- 3 fabbricati siti in Petilia Policastro;
- 3 autovetture;
- rapporti bancari e postali.
I risultati ottenuti confermano il continuo coinvolgimento della Guardia di Finanza, in perfetta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, nella lotta alla criminalità organizzata e nel contrasto delle attività imprenditoriali attraverso le quali le organizzazioni criminali reimpiegano i capitali illecitamente accumulati e si mimetizzano nell’economia legale. In questo ambito, la strategia del Corpo è fondata sulla sistematica aggressione dei sodalizi sul versante patrimoniale, attraverso attività investigative finalizzate al sequestro ed alla confisca dei proventi e dei beni ottenuti dalle attività delittuose.