Rosarno. A partire dalle prime ore pomeridiane di ieri 24 maggio, a Rosarno, al termine di uno specifico servizio teso alla repressione dei reati in materia di stupefacenti, coordinato dalla Compagnia dei Carabinieri di Gioia Tauro, i militari della locale Tenenza, unitamente a quelli dello Squadrone
Eliportato Cacciatori “Calabria” e della Compagnia Speciale del G.O.C. di Vibo Valentia, hanno arrestato, in flagranza di reato, Simone Messina, di 30 anni, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in quanto è stata rinvenuta e sequestrata, mentre provava a disfarsene, una busta in cellophane contenente un panetto di sostanza stupefacente del tipo “hashish” ed una stecca della medesima sostanza per un peso complessivo di circa gr. 120, oltre ad un bilancino di precisione e materiale vario per il confezionamento.
All’interno della stessa abitazione di via Puccini, i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato, Giuseppe Di Marte, di 59 anni, per inosservanza degli obblighi imposti dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, in quanto trovato presso l’abitazione di Messina e in compagnia di altri
soggetti gravati da svariati precedenti penali.
I due arrestati sono stati condotti presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari, in attesa della celebrazione del rito direttissimo, che sarà celebrato nella mattinata odierna presso il Tribunale Ordinario di Palmi, come da disposizione del sostituto di turno, Andrea Cappelleri.
Nella stessa municipalità, precisamente in via Sandulli, poche ore dopo, un equipaggio dell’Aliquota Radiomobile unitamente ad una pattuglia della Stazione Carabinieri di Gioia Tauro intervenuti per sedare una lite, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, C.P. di 51 anni ed A.A.
incensurata nigeriana di 20 anni, entrambi resisi responsabili di furto aggravato di energia elettrica, poiché, in modo fraudolento, tramite allaccio abusivo alla rete pubblica, alteravano il consumo di energia elettrica delle proprie abitazioni. I due arrestati, in questo caso, sono stati posti in libertà, in ossequio all’art. 121 disp. att. c.p.p., su disposizione dello stesso Pubblico Ministero.