Roccabernarda (Crotone). Alle prime luci dell’alba di oggi i Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Crotone nei confronti di E.V.C., 30enne di Roccabernarda. L’uomo, attualmente sottoposto ad avviso orale di pubblica sicurezza, insieme ad altre persone avrebbe posto in essere negli ultimi mesi (da 6 a 8 mesi) una continuata e ininterrotta attività di estorsione e truffa nei confronti di due coniugi del posto – ultrasessanticinquenne lei ed ultrasettancinquenne lui – al fine di procurarsi indebitamente una cifra che si aggira intorno ai centomila euro.
E.V.C., nel periodo lungo il quale avrebbe protratto la condotta criminosa, avrebbe utilizzato vari metodi per estorcere denaro alle vittime, dal raggiro alla minaccia, dalla lusinga alla violenza, potendo contare sulla collaborazione di un nutrito drappello di complici, tutti destinatari in data odierna di ulteriori ordinanze: nello specifico i militari hanno notificato ad A.B. donna 51enne del posto, un divieto di dimora nel comune di Roccabernarda, ed un “divieto di avvicinamento dei luoghi abitualmente frequentati dalle vittime” nei confronti delle donne A.V.C. cl.’90, E.V.C. cl.’89, A.V.C. cl.’87 e degli uomini D.I. cl’82 e S.P. cl.’77, tutti di Roccabernarda.
Il gruppo, a cui avrebbe fatto capo il soggetto arrestato, sarebbe riuscito ad entrare in un rapporto di morbosa confidenza con l’anziano signore del centro rocchisano, chiedendo prima e pretendendo – con le buone o con le cattive – poi sempre maggiori cifre di denaro in prestito: le motivazioni erano riconducibili ora a un asserito affetto filiale nei confronti degli anziani, ora blandendo lusinghe, a volte addirittura minacciando e percuotendo con un bastone l’anziano. Ad un certo punto, allorché la cifra estorta cominciava ad assumere valori di una certa importanza, l’arrestato avrebbe escogitato un ulteriore, odioso, espediente: asserendo di vantare dei crediti del valore di diverse decine di migliaia di euro, ora da parte di banche ora da privati, chiedeva, pretendeva ed obbligava la vittima a sborsare ulteriori rilevanti cifre necessarie “a svincolare vari crediti prospettatigli come certi e liquidi, ma inesigibili in quanto sottoposti a imprecisati vincoli”.
Di fatto, facendo credere al malcapitato di poter rientrare subito in possesso dei soldi estorti, lo avrebbe costretto a versarne degli altri con la promessa, infida, di riottenere immediatamente le prime e le ulteriori somme. Non sono mancate, da parte dei vari personaggi coinvolti, neanche carrellate di vere e proprie interpretazioni tanto di improbabili funzionari di banca, quanto di creditori al fine di tranquillizzare ulteriormente i due coniugi sulla presenza dei crediti; come pure è stato accertato che si è fatto leva sul senso di pietà dei due anziani, prospettando loro gravissime condizioni di salute – asseritamente patite dai soggetti coinvolti – a fronte della necessità di reperire immediatamente grosse somme di denaro. Il gruppo è accusato – secondo l’ordinanza del gip – a vario titolo ed in concorso, di estorsione, truffa, rapina ai danni dei coniugi per un cifra non inferiore ai centomila euro.
Gli anziani, quasi rassegnati agli eventi, sicuramente impauriti, non hanno inteso mai parlare con nessuno della grave situazione che stavano vivendo: il Comandante della Stazione di Roccabernarda, maresciallo Marco Fontanella, raccogliendo indiscrezioni, voci e con un paziente lavoro di analisi, è riuscito a inizio del 2015 ad avere un’idea dell’odiosa condotta posta in essere nei confronti dei due indifesi anziani. Ma sono state necessarie anche delle captazioni telefoniche, effettuate all’oscuro delle vittime, da parte dei militari del Nucleo Operativo, per accertare in maniera oggettiva quanto stesse accadendo. L’attività di intercettazione telefonica, unitamente all’analisi degli estratti conto bancari, hanno fornito agli investigatori dei dati oggettivi, non suscettibili di discrezionalità, sul reato che si stava consumando.
Il riferimento a fonti “oggettive e terze” di ricerca della prova è stato quanto mai importante nell’Operazione Senectus, in considerazione proprio del fatto che nessuno dei due anziani per lungo tempo ha esplicitamente denunciato quanto accaduto. Le attività concluse nella mattinata odierna sono state eseguite sotto la attenta direzione del Pubblico Ministero Bono.
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