Reggio Calabria. In occasione delle Festività Mariane, presso il Palazzo Storico della Provincia, è stata allestita la mostra “Don Italo Calabrò – Portatore di Consolazione”.
Pensata e realizzata per celebrare gli anniversari della nascita e della morte di un uomo che è stato uno dei massimi punti di riferimento, nonché promotore e fondatore, dapprima dell’idea, e poi attivo ed entusiasta ideatore dell’Associazione “Portatori della Vara”.
Come un marchio d’infinito amore sono rimasti, nel cuore dei Portatori, gli insegnamenti, l’affetto e le molte testimonianze fotografiche che rendono omaggio ad un uomo che, nella sua semplicità e determinazione, ha lasciato un segno indelebile nella storia di un miracolo devozionale che si ripete immutato da secoli.
Un uomo eccezionale, precocemente strappato alla sua missione in terra da un terribile male che lo ha spento all’età di soli 64 anni.
La peculiarità della mostra sta nel fatto che non si vuole celebrare il Don Italo simbolo della lotta in un contesto difficile, ma si vuole ricordare l’uomo attraverso l’affetto di coloro che lo hanno conosciuto e che lo ancora lo “vedono” lì, “sotto la Vara con il campanello in mano a scandire i tempi”.
Ad incorniciare il ricordo dell’amato sacerdote, stampe, documenti notarili e pannelli espositivi che documentano lo stretto rapporto esistente tra la Madonna della Consolazione, i Cappuccini e Reggio.
Quasi sconosciuta ai più, infatti, è l’antica devozione nei confronti del Sacro Quadro, una tradizione che forse trova la sua origine nella lontana Creta.
Si ritiene che il nostro amato Quadro, ordinato dal nobile reggino Camillo Diano, sia stato dipinto da Niccolò Andrea Capriolo.
La devozione nei confronti della Vergine si radicò facilmente a Reggio grazie, per lo più, all’ “operosità” dei frati cappuccini che, durante l’epidemia di peste del 1576-77, provvidero ad assistere gli ammalati, salvando molte vite, e quando il morbo si arrestò le voci del popolo affermarono che questo avvenne per intercessione della Vergine che apparve in visione al frate Antonino Tripodi.
Il legame tra la Sacra Vergine, i custodi del Quadro e la città si strinsero sempre di più mano a mano che le avversità si presentavano ed i cittadini rivolgevano le loro preghiere verso la collina dell’Eremo: fu il caso, ad esempio, della battaglia contro i pirati di Hassan Cicala, nel 1594; o in occasione del terremoto del 1638 che devastò tutte la Calabrie lasciando però miracolosamente illesa Reggio.
La prima discesa del Quadro in città risale al 1638 a seguito di un’ordinanza dell’Università reggina (il Comune) rivolta a “tutti i cittadini presenti e futuri” in forza della quale si indiceva un pubblico pellegrinaggio di ringraziamento alla chiesa della Madonna della Consolazione.
Nel 1657 i sindaci rinnovarono il voto di pellegrinaggio perpetuo annuale e si assunsero formalmente le spese per lo svolgimento della festa della Madonna presso i Cappuccini con una solenne processione che avrebbe accompagnato l’offerta da parte dell’amministrazione cittadina di un grosso cero.
Monica Bolignano