Lamezia Terme (Catanzaro). Alle prime ore di oggi la Polizia di Stato – rende noto un comunicato stampa della Questura di Catanzaro – ha tratto in arresto i fratelli Bruno e Alfredo Gagliardi, eseguendo il provvedimento che ne dispone la custodia cautelare in carcere, emesso dal gip distrettuale, che ha fatto proprie le istanze della Procura DDA di Catanzaro. I fratelli Gagliardi, presunti esponenti di spicco delle cosche federate della ‘ndrangheta lametina, Iannazzo e Cannizzaro-Da Ponte, sono ritenuti presunti responsabili dell’omicidio di Vincenzo Torcasio, ucciso a colpi di pistola nei pressi di un noto locale notturno a Falerna Marina (CZ) il 26 luglio del 2003.
Alla cattura dei fratelli Gagliardi hanno provveduto i poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro, le cui indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno ricostruito il cruento fatto di sangue facendo piena luce sulle modalità di consumazione del delitto e sul contesto di ‘ndrangheta in cui, secondo l’accusa, si inquadra. Il fatto di sangue è stato puntualmente delineato, in ogni suo particolare, avendo gli inquirenti raccolto le dichiarazioni di Gennaro Pulice, divenuto collaboratore di giustizia successivamente all’esecuzione, nello scorso maggio, dell’operazione Andromeda, che ha reso informazioni sugli anni trascorsi al servizio dei clan lametini. Le dichiarazioni, auto ed eteroaccusatorie, di Pulice hanno aggiunto un tassello ulteriore alle pregresse evenienze d’indagine che già nell’ambito dell’operazione Andromeda avevano consentito l’arresto, per i fatti in questione, di Gennaro Pulice ed Angelo Anzalone, permettendo agli investigatori di ricostruire le presunte responsabilità dei suoi complici nell’azione omicidiaria, individuati nei fratelli Gagliardi.
L’odierno provvedimento cautelare, raccogliendo l’insieme dei dati investigativi, ricostruisce l’evento omicidiario riconoscendo la responsabilità del Pulice quale killer, che si sarebbe avvalso della preziosa collaborazione di Bruno Gagliardi, che avrebbe studiato le abitudini della vittima pianificandone l’agguato e del fratello Alfredo, cui sarebbe toccato il compito di fare da “specchietto” ai presunti correi avvisandoli della presenza della vittima nel locale. L’omicidio di Vincenzo Torcasio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, fu l’ennesimo delitto che insanguinò Lamezia Terme e il suo circondario in quegli anni, elemento della strategia di sangue che le cosche federate Iannazzo e Cannizzaro-Da Ponte stavano conducendo attraverso l’eliminazione dei componenti al vertice dell’avversa compagine dei Torcasio. La serie di omicidi programmata, nell’intenzione dei suoi ideatori avrebbe dovuto vendicare l’uccisione del vecchio capo cosca Giuseppe Cannizzaro, ammazzato a Lamezia Terme nel 1998, della cui morte l’omonima famiglia di mafia riteneva colpevole il clan Torcasio. Il contesto criminale in cui sarebbe maturato l’omicidio di Vincenzo Torcasio costituiva quindi la prosecuzione di un programma criminoso che aveva avuto la sua massima espressione nell’uccisione di Nino Torcasio cl. 75, risalente al marzo 2002 e nel contestuale tentativo di eliminare l’intera famiglia dei Torcasio posizionando una bomba occultata in un pacco regalo all’interno della propria abitazione. L’ordinanza custodiale è stata notificata a Bruno Gagliardi presso il carcere di Terni mentre il fratello Alfredo è stato rintracciato presso la propria abitazione.
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