Reggio Calabria. Massimo Ripepi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, nonché Pastore della Chiesa Cristiana “Gesù Cristo è il Signore”, è destinatario di un ammonimento orale del Questore. L’avvocato Antonio Marino precisa che Ripepi “non è indagato per stalking“, e che è destinatario di “un provvedimento di carattere meramente amministrativo di ammonimento orale, per altro non ancora definitivo, essendo stato oggetto di impugnazione mediante ricorso gerarchico, per il quale si è ancora in attesa di decisione con riserva di ulteriore impugnazione dinanzi al TAR“.
La legge a riguardo stabilisce che “Fino a quando non è proposta querela, la persona offesa può esporre i fatti all’autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta. La richiesta è trasmessa senza ritardo al questore“.
Anche il contenuto dell’ammonimento è dettato dall’art. 8 del D.L. n. 11/2009 secondo cui il questore, “assunte le informazioni dagli organi investigativi e sentite le persone informate sui fatti, ammonisce oralmente il soggetto nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento. Lo invita, quindi, a tenere una condotta conforme alla legge e redige processo verbale. Esso può essere disposto unicamente nei casi in cui il reato non è perseguibile d’ufficio“.
Il provvedimento è stato adottato in relazione a una vicenda, di cui scrive oggi sul “Quotidiano del Sud” Caterina Tripodi, che vede coinvolto Massimo Ripepi, dottore magistrale in scienze della Riabilitazione, non per ragioni professionali né in quanto consigliere comunale, bensì nella sua qualità di Pastore (nella foto Massimo Ripepi durante una predica ai fedeli). Secondo quanto precisa l’avvocato Marino, Ripepi “nella sua qualità di Pastore, è solo intervenuto a stigmatizzare alcuni comportamenti contrari all’etica ed ai principi cristiani, quali ad esempio quelli di una donna che carpisce il marito ad un’altra donna, limitandosi ad effettuare alcuni passaggi dottrinali cristiani nel corso delle proprie omelie tenute nella Chiesa Cristiana “Gesù Cristo è il Signore” di Catona“.
“Non esiste alcun mistero sui presunti comportamenti persecutori compiuti dal Sig. Ripepi – spiega l’avvocato – in quanto lo Stesso non ha mai pedinato o molestato altri con email e/o telefonate aventi intento persecutorio“.
La vicenda, ha chiarito l’avvocato Marino, per quanto riguarda Ripepi attiene unicamente ad alcune omelie che Ripepi, nelle vesti di Pastore, ha tenuto mesi fa ai fedeli sul comportamento di una donna la quale avrebbe riferito di essere stata oggetto di pedinamento e di messaggi email, non da parte di Ripepi, bensì, secondo lo stesso racconto della donna, da parte di altre persone direttamente coinvolte in quella vicenda personale. L’avvocato Marino, infine, ricorda che il suo assistito si è sempre adoperato a favore delle donne, degli emarginati, dei bisognosi e delle famiglie.
Fabio Papalia