Reggio Calabria. Alle prime ore della mattinata odierna, al termine di complesse ed articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Francesco Rattà, e personale della Divisione Polizia Anticrimine della locale Questura hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria a carico di:
- Renato Quattrone, nato a Reggio Calabria il 28.03.1964 ed ivi residente, indagato per tentata estorsione aggravata in concorso, lesioni personali gravi aggravate e calunnia aggravata (destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere);
- Giuseppe Turoni, nato a Reggio Calabria il 21.01.1970 ed ivi residente, indagato per tentata estorsione aggravata in concorso (destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari);
- Carmelo Ficara, nato a Reggio Calabria il 27.04.1957 ed ivi residente, indagato per tentata estorsione aggravata in concorso (destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari).
I fatti risalgono al 2015, allorquando, a Reggio Calabria, un uomo anziano venne brutalmente aggredito con calci e finanche con l’uso di un tirapugni, subendo gravi lesioni, consistenti in un trauma cranico e nella frattura scomposta pluriframmentata del femore destro, a causa delle quali ha riportato l’indebolimento permanente della gamba destra con impossibilità di deambulare correttamente.
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno acclarato che l’azione delittuosa è stata funzionale all’illecita richiesta estorsiva del pagamento di un’ingente somma di denaro come corrispettivo ulteriore (3.000 euro), rispetto alla somma pattuita (30.000 euro) per la realizzazione da parte di Renato Quattrone, imprenditore edile, dei lavori di rifinitura di uno stabile di proprietà dei figli della vittima. Nel corso delle indagini è stato acclarato che Quattrone si sarebbe servito degli altri due indagati per rivolgere minacce implicite e larvate avverso tutto il nucleo familiare della vittima attraverso il metodo della cosiddetta “ambasciata”.
Renato Quattrone, indagato anche per calunnia aggravata avendo denunciato i figli dell’anziana vittima per minaccia e lesioni, è soggetto gravato da numerosi precedenti penali. Lo stesso, infatti, annovera condanne penali per furto, rapina, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione, ricettazione ed associazione a delinquere di stampo mafioso, essendo stato ritenuto, con sentenza definitiva della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria nr. 27/2003 emessa in seno al procedimento penale 104/1995 RGNR DDA (operazione “Olimpia”), intraneo alla cosca di ‘ndrangheta Serraino, operante in questo capoluogo.