• Latest
  • Trending
  • All
Roma. Il palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione

Strage di Volpiano. Le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Assise d’appello di Torino sulla faida di ‘ndrangheta

24 Aprile 2018
Cultura, nuovo libro “L’edera e la stella” del professor Salvatore Russo

Cultura, nuovo libro “L’edera e la stella” del professor Salvatore Russo

9 Aprile 2021
Aido

Convegno per la “Giornata Nazionale per la donazione ed il trapianto di organi 2021”

9 Aprile 2021
Nuova protesta del comitato ‘Commercianti Reggini’ prevista sabato 10 aprile

Nuova protesta del comitato ‘Commercianti Reggini’ prevista sabato 10 aprile

9 Aprile 2021
La Camera di Commercio di Reggio Calabria

Camera di Commercio, i primi effetti del Covid-19 sugli scambi commerciali

9 Aprile 2021
Operazione Petrol-Mafie Spa: 71 misure cautelari contro camorra e ‘ndrangheta

Operazione Petrol-Mafie Spa: Europetroli estranea all’indagine

9 Aprile 2021
Villa San Giovanni. Illustrato il progetto di restyling del Lungomare e la copertura della variante di Cannitello

Villa San Giovanni. Illustrato il progetto di restyling del Lungomare e la copertura della variante di Cannitello

9 Aprile 2021
Progetto fiera

Un centro fieristico e congressuale del Mediterraneo per rilanciare lo sviluppo socio-economico di Reggio Calabria

9 Aprile 2021
Giuseppe Auddino

Auddino (M5s): stop al caro bollette luce e gas nel mercato libero

9 Aprile 2021
Sala operativa Questura Catanzaro

Catanzaro. Polizia individua subito autore di un furto

9 Aprile 2021
Stemma Polizia di Stato

Catanzaro. 169° anniversario della fondazione della Polizia di Stato

9 Aprile 2021
Giuseppe Falcomatà

Vertice in Prefettura sul contenimento al Covid-19

9 Aprile 2021
Inps

Svolgimento della pratica forense presso l’Avvocatura Inps

9 Aprile 2021
  • Home
sabato, Aprile 10, 2021
  • Login
Newz.it
  • Home
  • Info
    • Contattaci
    • Disclaimer
    • Google
    • Privacy
    • Pubblicità
    • Sondaggi
    • Collabora con noi
    • Newz.it seleziona aspiranti giornalisti
  • Calabria
    • Catanzaro
    • Cosenza
    • Crotone
    • Reggio Calabria
      • Città
      • Cronaca
      • Politica
      • Provincia
    • Vibo Valentia
  • Rubriche
    • Ambiente
    • Aziende
    • Cinema
    • Fisco e pensioni
    • Lavoro
    • Lettere al Direttore
    • Lex
    • Libri
    • Moda
    • Motori
    • Musica
    • Salute
    • Tecnologia
    • Televisione
    • Urbanistica
    • Viaggi e turismo
    • Tutorial
  • Italia
    • Abruzzo
    • Basilicata
    • Campania
    • Economia
    • Emilia Romagna
    • Esteri
    • Friuli Venezia Giulia
    • Lazio
    • Liguria
    • Lombardia
    • Marche
    • Molise
    • Piemonte
    • Puglia
    • Meteo
    • Sicilia
      • Agrigento
      • Caltanissetta
      • Catania
      • Enna
      • Messina
      • Palermo
      • Ragusa
      • Siracusa
      • Trapani
    • Sport
    • Toscana
    • Trentino Alto Adige
    • Umbria
    • Valle d’Aosta
    • Veneto
  • Video
No Result
View All Result
Newz.it
No Result
View All Result
Home Reggio Calabria Cronaca

Strage di Volpiano. Le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Assise d’appello di Torino sulla faida di ‘ndrangheta

by newz
24 Aprile 2018
in Cronaca, Primo Piano, Testata
0
Roma. Il palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione

Roma. Il palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione

Share on FacebookShare on TwitterSend to Whatsapp

Roma. Una sentenza «manifestamente illogica e intrinsecamente contraddittoria», sia per quanto riguarda le condanne all’ergastolo di Natale Trimboli e Rosario Marando, sia per quanto riguarda le assoluzioni di Giuseppe Santo Aligi, Gaetano Napoli e Antonio Spagnolo. Scrive questo la Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza con la quale ha annullato con rinvio ad una nuova sezione la decisione della Corte d’Assise d’appello di Torino sulla strage di Volpiano, consumata il primo giugno 1997 e nella quale persero la vita Antonio Stefanelli, 55 anni, il nipote Antonino Stefanelli, 36 anni, e il loro guardaspalle Francesco Mancuso, rivali del clan Marando. Ventuno anni dopo, senza che i corpi siano mai stati ritrovati, è tutto da rifare: per la Suprema Corte, l’intero impianto argomentativo viene travolto dalla motivazione della sentenza pronunciata a dicembre 2015. I giudici d’appello, secondo la Cassazione, hanno sostanzialmente omesso di valutare preliminarmente la credibilità soggettiva e complessiva dei collaboratori di giustizia: Rocco Marando, Maria Stefanelli e Rocco Varacalli, nonché le dichiarazioni di Rosario Marando, che aveva dichiarato di sapere dove si trovano i corpi.
La Cassazione si concentra in particolare sulla verifica dell’attendibilità delle dichiarazioni del pentito Rocco Marando, sollecitata dalle difese nei motivi d’appello, «le cui propalazioni accusatorie, essenzialmente de relato, rappresentano, nel presente processo, l’elemento di prova fondamentale nella ricostruzione delle responsabilità concorsuali ascritte agli imputati Trimboli Natale, Marando Rosario, Napoli Gaetano e Aligi Santo Giuseppe».
I giudici avrebbero dunque dovuto spiegare, secondo gli Ermellini, per quale motivo quella parte della narrazione che è stata smentita «non è idonea a inficiare il giudizio positivo sulla credibilità soggettiva del dichiarante, che costituisce il primo e fondamentale momento valutativo della affidabilità della fonte di prova». Nella sentenza d’appello, invece, i giudici si erano limitati a basare l’attendibilità di Marando su una precedente pronuncia della Cassazione, che lo aveva considerato credibile in un processo riguardante l’accusa di associazione mafiosa e altri reati fine, «senza confrontarsi in modo specifico e argomentato con la credibilità dell’accusa, rivolta dal Marando agli imputati, di partecipazione all’omicidio del Mancuso e degli Stefanelli».
Verificare quelle dichiarazioni risultava ancora più urgente alla luce della decisione presa dalla stessa Suprema Corte in sede cautelare, quando l’ordinanza nei confronti di Trimboli, Marando e Aligi era stata annullata censurando proprio «i vizi e le lacune motivazionali ravvisabili nel giudizio di credibilità soggettiva e di attendibilità intrinseca della chiamata in reità operata da Marando. 
Anche per quanto riguarda le dichiarazioni di Rosario Marando la Cassazione ha rilevato una «lacuna motivazionale», non essendo stata analizzata la natura dei rapporti tra i due fratelli, il contesto temporale e la genesi delle dichiarazioni accusatorie, che trovano la loro fonte diretta, secondo quanto affermato dal fratello Rocco, proprio nelle confidenze ricevute da Rosario. Stessa lacuna sulla credibilità pentito, Rocco Varacalli, che ha invece riferito sull’omicidio di Roberto Romeo, consumatosi poco dopo la strage.
Quegli omicidi, risultato della più cruenta faida del torinese, rimangono intanto ancora un mistero irrisolto. Rosario Marando nel 2013 aveva indicato ai giudici dove scavare per recuperare quei corpi. La mappa fu disegnata su un foglio consegnato alla corte, che spedì lì uomini e mezzi per rintracciare il cimitero della ‘ndrangheta. Ma dei cadaveri non c’era traccia. Marando, nonostante tutto, ribadì di sapere dove si trovano i corpi, trucidati per un regolamento di conti tra famiglie di ‘ndrangheta. «Loro – ha affermato – sono lì. Li ho sepolti io». Nel foglietto consegnato in aula, Marando aveva appuntato tutto ciò che ricordava di quei boschi trasformati in cimitero. «Quando sono arrivato i corpi erano già lì – aveva raccontato – siamo andati una decina di metri più avanti e abbiamo scavato una buca alta più o meno come me e li abbiamo buttati dentro. Poi gli ho scaricato sopra due sacchi di calce, gli ho messo sopra una coperta e il giubbotto di pelle di Mancuso e abbiamo ricoperto tutto con della terra».
La versione raccontata da Marando avrebbe cambiato le carte in tavola, scagionando il fratello Domenico dall’accusa di omicidio e lasciando su di sé solo l’accusa di occultamento di cadavere, ormai prescritta. Il mandante di quell’efferato delitto, infatti, sarebbe l’altro fratello, Pasquale Marando (anche lui scomparso e mai ritrovato), che avrebbe meditato vendetta dopo l’omicidio di un altro fratello, Francesco (sposato con Maria Stefanelli, la sorella di Antonio), ucciso a Torino nel 1996, il cui corpo venne trovato, successivamente, carbonizzato nei boschi di Condove. Pasquale avrebbe contattato gli Stefanelli e Mancuso, che riteneva responsabili dell’omicidio, tendendo loro una trappola: gli propose una finta alleanza contro una terza famiglia, salvo poi trucidarli appena scesi dall’auto nel luogo prestabilito. A quel punto sarebbe entrato in scena Rosario Marando.
Qualche tempo dopo, però, fu una lettera anonima a indicare un’altra pista: i corpi, si leggeva, sarebbero stati seppelliti nella periferia di Leini e non nelle Vaude di Volpiano, luogo indicato, invece, da Marando, che, aggiungeva, non si sarebbe occupato della sepoltura dei cadaveri: a farlo sarebbe stata un’altra persona, nei confronti della quale l’autore della lettera dice di essere creditore. Ma nemmeno in quel caso le ricerche diedero esito positivo: lupara bianca era e lupara bianca è rimasta.

Simona Musco

Tags: 'ndranghetaAntonino Stefanelliantonio spagnoloAntonio Stefanelliclan marandocorte di cassazionefrancesco mancusoGaetano Napoligiuseppe santo alicimaria stefanellirocco marandorocco varacalliromarosario marandostrage di volpianotorino
Share249Tweet156Send
Previous Post

Al via la V edizione del Festival della Letteratura e del Diritto “Città di Palmi”

Next Post

Polizia di Stato. Insediato il nuovo Vicario della Questura, il primo dirigente Gaetano Cravana

Next Post
Gaetano Cravana

Polizia di Stato. Insediato il nuovo Vicario della Questura, il primo dirigente Gaetano Cravana

Newz.it

Copyright © 2020 Newz.it

Navigate Site

  • About
  • Advertise
  • Privacy & Policy
  • Contact

Follow Us

No Result
View All Result
  • Home

Copyright © 2020 Newz.it

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Questo sito utilizza cookies. Continuando a navigare su questo sito stai prestando il consenso all'utilizzo dei cookies. Leggi la nostra Privacy and Cookie Policy.