Reggio Calabria. Nel 1806 il Regno di Napoli fu affidato dapprima a Giuseppe Bonaparte e successivamente a Gioacchino Murat e tale arco che giunse fino al 1815 favorì un rapido ammodernamento delle strutture istituzionali in termini di certezza del diritto, abolizione dei privilegi di nascita e di ceto, riorganizzazione dello Stato e razionalizzazione del prelievo fiscale. L’abolizione della feudalità, la fine dei fidecommessi, l’eversione dell’asse ecclesiastico, l’abolizione delle decime e di ogni altro vincolo contribuiscono alla nascita di una società nuova. Queste alcune delle cifre che saranno oggetto di analisi nell’apposita conversazione organizzata dal Circolo Culturale L’Agorà e dal Centro studi Gioacchino e Napoleone avente come tema Aspetti socio-economici dell’eversione del feudalesimo durante il decennio francese. La conferenza si propone di organizzare un incontro culturale finalizzato all’approfondimento degli studi di un periodo storico – il Decennio francese, periodo storico compreso tra il 1806-1815 – fu particolarmente importante sotto il profilo delle variegate riforme che furono causa di profonde trasformazioni sociali ed amministrative nel Regno di Napoli, quindi nel Mezzogiorno d’Italia. Il nuovo appuntamento organizzato dalle due co-associazioni reggine si terrà venerdì 27 aprile, a partire dalle ore 18,30 presso la saletta conferenze della Chiesa di San Giorgio al Corso (ingresso via Giudecca – inizio tapis roulant) di Reggio Calabria. Parteciperà in qualità di relatore lo studioso di materie economiche Andrea Guerriero.
Como. Rientro di capitali dall’estero: Gdf sequestra 150 mila euro a imprenditore comasco
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