Mosca (Russia). In questi giorni non si è parlato e visto altro, lo sputo di Douglas Costa a Di Francesco ha riempito le pagine, i telegiornali e il web. Ma se invece della grave offesa il brasiliano avesse notato un principio di acne nel viso del calciatore del Sassuolo e, alla luce degli ultimi risultati del rapporto pubblicato dalla National Academy of Sciences di Mosca, il brasiliano avesse voluto, in uno slancio filantropico, risolvere il problema a Di Francesco?
Il nesso di causalità tra la saliva e l’acne è presto spiegato. Stando a quanto hanno accertato da alcuni eroici, e qui l’aggettivo ci sta davvero tutto, scienziati russi pare che gli orsi bruni siberiani (Ursus arctos collaris) risultino avere un batterio nella loro saliva che uccide un altro batterio chiamato Staphylococcus aureus. Che, a sua volta, è implicato nello sviluppo di acne vulgaris, eczema e altre condizioni di pelli stressate.
Partiamo da un presupposto: le persone possono sviluppare l’acne senza essere positivi alla Staphylococcus aureus. Né il ruolo della variante dello stafilococco nello sviluppo dell’acne è del tutto chiaro. Metà delle persone che camminano sul pianeta posseggono questo stafilococco, ma solo una piccola percentuale sviluppa eruzioni cutanee.
Quindi vi e’una altissima possibilità che lo stafilococco aureo viva anche sulla nostra pelle nella normale flora cutanea e persiste in quello che gli scienziati definiscono una relazione “commensale”. Ne beneficiano i batteri e noi non ne traiamo beneficio né sofferenza.
Brufoli o acne possono insorgere quando i follicoli piliferi sono irritati e vengono infettati dallo stafilococco, una condizione nota come follicolite, che può verificarsi in presenza di bulbi piliferi. Praticamente ovunque nel nostro corpo. E talvolta la follicolite è causata dallo stafilococco.
Il germe trovato nella bocca dell’orso bruno siberiano è il Bacillus Pumilus, il quale ha dimostrato di produrre l’antiumotico amicoumacina A. dello stafilococco.
Lo studio ha anche rilevato, tuttavia, che il Bacillus pumilus può diventare resistente all’amicoumacina A. In altre parole, mettere la faccia nella bocca dell’orso può far cessare I brufoli. Dopo un po’ di tempo. E se si sopravvive. E qui probabilmente il calciatore bianconero avrà trovato il suo spunto.
Tornando allo studio dei ricercatori russi e per dovere di chiarezza, l’analisi dei microbiomi – che significa popolazioni batteriche – può essere indicativa dello stile di vita. La bocca di un mangiatore di carne conterrebbe batteri diversi rispetto alla bocca di un mangiatore di piante, e così via.
Nella ininterrotta ricerca finalizzata a trovare nuove medicine per curare batteri, funghi ed ogni altra forma di vita che ci fa ammalare, la scienza ha iniziato a guardare le popolazioni batteriche nella bocca degli animali selvatici.
Stanislav Terekhov e colleghi chiamano i nostri amici selvaggi “una risorsa sottovalutata” per lo screening del biota ( la vita vegetale ed animale di una certa area).
E perché i ricercatori dovrebbero guardare in bocca animali selvatici piuttosto che, per esempio, capre o cani? A causa della “capacità di prosperare degli esseri selvatici mentre sono circondati da microrganismi aggressivi”. Tra le ragioni del loro benessere vi potrebbero essere i microrganismi protettivi nel loro involontario possesso.
In conclusione, persone diverse hanno biomi diversi , come gli orsi bruni siberiani che a loro volta hanno set di germi orali completamente diversi rispetto ai loro cugini: l’orso bruno Kamchatka, l’orso bruno eurasiatico, l’orso bruno americano e l’orso bruno siriano. Nel dubbio, il consiglio è di continuare ad investire nel sapone, Douglas Costa è avvisato.
Salvatore De Blasio