Reggio Calabria. Il minore bulgaro rimasto ferito nel corso dell’omicidio ai danni di Fabio Giuseppe Gioffré, avvenuto nel luglio scorso nelle campagne di Seminara, in provincia di Reggio Calabria, non era nel mirino dei killer. Lo ha rivelato il procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa tenuta stamani presso il comando provinciale dei Carabinieri, che hanno arrestato tre persone, una delle quali ritenute autore materiale del delitto. I killer, almeno due persone, prima di far fuoco hanno gridato al bambino di dieci anni di farsi da parte, segno inequivocabile che gli assassini non volevano sparare anche a lui per eliminare un testimone scomodo. Né vi sono al momento elementi per ritenere – ha spiegato ancora il procuratore Bombardieri – che Gioffré temesse un imminente pericolo di vita e che per questo si trovasse in compagnia del bambino per assicurarsi una sorta di “protezione” dalla presenza del minore. Non era la prima volta che Gioffré si intratteneva a svolgere le faccende in campagna insieme al bambino, e proprio quella mattina – poche ore prima del delitto – avrebbe avuto un litigio con Domenico Fioramonte, l’uomo arrestato dai Carabinieri con l’accusa di omicidio.
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