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Home Reggio Calabria Cronaca

Sventata rapina: finti poliziotti insospettiscono la scorta di un magistrato

Operazione Fake Identity: 5 arresti della Squadra Mobile di Reggio Calabria

by newz
16 Dicembre 2019
in Cronaca, Primo Piano, Video
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Operazione Fake Identity conferenza stampa

Operazione Fake Identity la conferenza stampa

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Finti poliziotti e finti netturbini scoperti grazie alla professionalità degli uomini di scorta di un magistrato, rapina sventata e 5 arresti della squadra mobile. Nella mattinata odierna, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, la Squadra Mobile reggina diretta dal primo dirigente Francesco Rattà, coadiuvata da personale dell’Ufficio Volanti, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale nei confronti di:

  1. Claudio Amato, nato il 31/08/1988 a Reggio Calabria (attualmente sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per spaccio di stupefacenti e con precedenti per vari reati contro il patrimonio);
  2. Marco Venuti, nato il 7/10/1991 a Reggio Calabria, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e per spaccio di sostanze stupefacenti;
  3. Pietro Cristian Scaramozzino, nato il 12/10/1995 a Reggio Calabria, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio;
  4. Oberto Alessandro Mirandoli, nato il 4.08.1984 a Reggio Calabria, con precedenti penali specifici;
  5. Domenico Condello, nato in data11/10/1991 a Reggio Calabria, con precedenti penali specifici e di polizia relativi allo spaccio di stupefacenti.

A tutti sono stati contestati i delitti, in concorso tra loro, di tentata rapina aggravata dall’aver compiuto l’atto in numero superiore a tre persone, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo aggravato dal voler usare tali armi per commettere la rapina e riciclaggio aggravato di una autovettura rubata utilizzata per la tentata rapina.

I fatti risalgono al 9 settembre scorso e sono stati ricostruiti dagli investigatori della Squadra Mobile, direttamente coordinati dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto procuratore Alessandro Moffa, che hanno accertato che, nella prima mattinata di quella stessa giornata, gli indagati erano in Viale Calabria, armati e travestiti da agenti di Polizia e della ditta AVR, pronti a rapinare un furgone portavalori che, da lì a poco, avrebbe prelevato l’incasso dell’ultimo weekend del Centro Commerciale Le Ninfee e, contestualmente, avrebbe consegnato un’ingente somma di denaro (160.000 euro) alla filiale di un Istituto di Credito, la BNL Paribas, annessa al medesimo centro commerciale.

Il tutto è partito da una puntuale quanto determinante segnalazione effettuata da agenti di Polizia in servizio di scorta a un magistrato della locale Direzione Distrettuale Antimafia, i quali hanno informato la Questura della presenza – nei pressi del centro commerciale – di due soggetti che indossavano in modo non consono divise ordinarie della Polizia di Stato e che, alla vista degli agenti di scorta, non avevano avuto un comportamento anomalo.

All’arrivo sul posto del personale dell’Ufficio Volanti, i due soggetti si sono dati subito alla fuga, facendo perdere le loro tracce.

Sin da subito, pertanto, la Squadra Mobile reggina, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha avviato un’incessante attività di indagine mediante l’attento esame di tutte le immagini registrate dai numerosi sistemi di video sorveglianza presenti in zona. Sono state, inoltre, ascoltate numerose persone, tra le quali i responsabili del Centro Commerciale e della sicurezza di BNL Paribas, ed effettuate numerose perquisizioni domiciliari a pregiudicati dediti a tali tipi di reati, riuscendo, in poco tempo, sia a ricostruire la dinamica dei fatti, sia ad individuare ed identificare gli autori delle condotte delittuose contestate.

Gli esiti delle investigazioni hanno, infatti, acclarato che, sin dalle prime ore di quella mattinata, due soggetti (Pietro Cristian Scaramozzino e Oberto Alessandro Mirandoli) indossanti divise ordinarie della Polizia di Stato e giubbotti antiproiettile portati sotto la giacca, sono giunti a piedi nei pressi del centro commerciale, iniziando a percorrere più volte il perimetro esterno dello stesso. Negli stessi minuti, sono giunti in zona – a bordo di un’autovettura risultata rubata e sulla quale era stata messa una targa anch’essa provento di furto – altri due soggetti, che, a loro volta, indossavano delle tute di colore arancione, dello stesso tipo di quelle utilizzate dagli operatori della nettezza urbana, addetti alla pulizia delle strade.

Questi ultimi (identificati in Claudio Amato e Marco Venuti) indossavano sotto le tute dei giubbotti antiproiettile e, soprattutto, erano armati di una pistola e di un fucile a pompa che era stato occultato all’interno di un piccolo bidone per la raccolta dei rifiuti che, dotato di rotelle, portavano con sé, unitamente ad una scopa e ad una paletta.

Dalla visione delle immagini è stato possibile ricostruire che i quattro soggetti che, tra l’altro, sono stati immortalati dalle telecamere mentre parlavano tra di loro, erano rimasti per circa 1 ora e mezza (dalle 7,30 alle 9,00) nelle immediate vicinanze del centro commerciale, nel punto in cui sarebbe giunto, da lì a poco, il furgone portavalori.

L’intento criminoso degli indagati è stato, invero, sventato solo grazie alla segnalazione degli agenti di scorta ed all’arrivo in zona degli agenti delle Volanti, alla cui vista tutti gli indagati, evidentemente non ritenendo più sussistenti le condizioni per agire in “sicurezza”, hanno deciso di dileguarsi.

Nelle fasi della fuga, poi, Amato e Venuti hanno potuto contare sull’apporto del Domenico Condello, il quale ha atteso i propri complici poco distante ed ha fornito loro la sua autovettura personale per consentire ai due di allontanarsi dal luogo.

La portata indiziaria degli elementi raccolti dalla Polizia di Stato a carico degli indagati è stata, pertanto, condivisa dall’autorità giudiziaria che ha emesso le misure cautelari in carcere eseguite in data odierna.
Ancora una volta, va sottolineata l’abilità della Squadra Mobile reggina a recuperare e mettere a sistema tutte le immagini (pubbliche e private) che si è riusciti a recuperare in tutta l’area con grande impegno e minuziosa ricerca.

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Operazione Fake Identity la conferenza stampa


Tags: operazione fake identityrapina sventatareggio calabriasquadra mobiletentata rapina
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