A volte richiede conoscenze specifiche per riuscire a comprendere alcuni dei suoi elementi e nomenclature presenti.
Non solo per la gestione e la comprensione delle tassazioni e trattenute che sono state effettuate, ma è necessario anche comprendere quali e quanti giorni di permesso o ferie hanno a disposizione i lavoratori.
Il totale di questi giorni a disposizione, infatti, viene sempre riportato sulle buste paga ed è proprio di fronte al bisogno di prenderne nota che è possibile imbattersi in un primo ostacolo, riguardante le varie tipologie di permessi che hanno a disposizione i dipendenti.
Possono essere riportate infatti varie nomenclature, come ad esempio ferie, ex festività o ROL: proprio quest’ultime possono creare non poca confusione.
Non si sa bene in che cosa consistono, in che modo possono essere prese, cosa significano e, per i più esigenti, anche il calcolo rol in busta paga è un mistero che ha bisogno di essere risolto.
Permessi ROL cosa sono
ROL è un acronimo che sta per Riduzione dell’Orario di Lavoro. È una tipologia di permessi che, come altri, permette di lavorare un numero minore di ore rispetto a quelle concordate, senza però avere la propria retribuzione ridotta per questo.
Ha avuto origine dalla contrattazione collettiva, un accordo del 22 gennaio 1983, che riconosceva il diritto al lavoratore di avere la possibilità di ridurre il proprio orario di lavoro su base annua, senza conseguenze.
Il numero di ore di ROL che un dipendente ha a disposizione annualmente non è univoco ma dipende da molti fattori, come il tipo di contratto, gli accordi preliminari, la mansione e la tipologia di lavoro.
Qualsiasi sia però il calcolo, a ciascun dipendente è dovuto un quantitativo di ROL a cui far riferimento per richiedere la riduzione dell’orario di lavoro.
Differenza con permessi, ex festività e ferie
Esistono in busta paga molte tipologie di permessi e concessioni, per quanto riguarda la possibilità del dipendente di astenersi all’attività lavorativa per un certo quantitativo di tempo.
Quindi qual è la differenza delle ROL da queste?
- In busta paga può comparire semplicemente la nomenclatura dei permessi, piuttosto che le ROL. L’uno infatti può sostituire l’altro. Si trattano comunque di ore che il dipendente può richiedere per qualsiasi motivo, per la riduzione del proprio orario di lavoro. La differenza tra le due sta solo nella tipologia di contratto, che può prevedere l’una o l’altra forma.
- Ex festività. I permessi chiamati ex festività riguardano i giorni o i periodi che un tempo erano considerati festività e che ora non lo sono più, come ad esempio il 19 marzo con la festa del papà o il 4 novembre con la festa dell’unità nazionale e forze armate. Sono anche questi permessi che il lavoratore può prendere a sua discrezione e, quindi, su richiesta.
- Le ferie sono una tipologia ancora diversa di concessione riguardo la riduzione dell’orario di lavoro. Sono obbligatorie e compaiono insieme ai permessi in modo che il dipendente possa richiedere entrambe. Le ferie hanno come differenza dai permessi il fatto che vengono calcolate in giorni e non ore e che per comodità possono essere presi consecutivamente. Devono essere concesse per legge almeno un minimo di 4 settimane l’anno e possono essere date anche per specifiche esigenze dell’azienda.
Come vengono calcolate le ROL
Come per le ferie e altri tipi di permessi che il datore mette a disposizione del dipendente, anche le ROL vengono calcolate su base annua e accumulate mensilmente.
In altre parole, viene effettuato un calcolo che prende in considerazione tutte le variabili del caso, tra cui mansione, settore, tipologia di lavoro, di contratto, accordi tra datore e lavoratore, ecc.
Il risultato di questo calcolo fornirà un totale di ore calcolato su base annuale e che indicherà quante ore di permesso il lavoratore può arrivare ad accumulare sull’intero anno. Questo calcolo verrà poi diviso per 12, così da rendere infine il numero di ore ROL che il lavoratore accumula mese per mese.
Sulla base delle ore accumulate, il dipendente potrà poi, a partire dal mese successivo, richiederle per le proprie necessità.
Rol non godute o in negativo
Può accadere che un lavoratore non utilizzi mai le proprie ore di ROL o che abbia bisogno di usufruire di quelle che ancora non ha maturato. In questo caso parliamo di ROL non godute o, nel secondo esempio, di ROL in negativo.
Cosa comportano?
ROL non godute
Le ore di ROL che vengono maturate e accumulate, ma che mai vengono utilizzate, sono destinate a scadere dopo un tempo prefissato. Oltre questo, il dipendente ricomincerà da capo ad accumulare ore di permesso, partendo da zero.
Il tempo limite entro il quale utilizzarle è deciso dal proprio contratto, ma solitamente comprende un periodo di 12 mesi oppure 24, oltre il quale queste ore non possono più essere godute.
Questo reset non è però una totale perdita, in quanto il datore di lavoro è obbligato a pagare nella busta paga successiva alla scadenza le ore di ROL non godute come fossero normali ore di lavoro.
ROL in negativo
In caso di ROL in negativo, così come per le ferie e altre tipologie di permessi, queste non verranno scalate dallo stipendio della busta paga o del TFR, trattandosi di elementi intoccabili.
Verranno però scalate all’accumulo delle ore di ROL dei mesi successivi, fino a tornare a zero e riprendere a salire in positivo.
In altre parole, delle ROL negative sono considerabili a zero ai fini della retribuzione, ma avranno poi bisogno di essere recuperate.
Conclusioni
Talvolta in busta paga esiste la possibilità di trovarsi riportate le ore di ROL insieme a quelle delle ferie ed, eventualmente, i permessi ex festività.
Si tratta di ore concesse dal datore di lavoro al dipendente, che quest’ultimo può richiedere all’occorrenza per la riduzione del proprio orario di lavoro senza che questo vada a incidere sulla retribuzione.
È una tipologia di permesso, che segue le sue regole per quanto riguarda l’accumulo, il massimale o il pagamento in caso di non utilizzo. Tutte queste caratteristiche possono variare da contratto a contratto, ma resta invariato l’obbligo da parte del datore di lavoro di concederle sempre.