Caulonia. Diritto di voto agli immigrati. La proposta arriva direttamente dalla provincia reggina. Da Caulonia per l’esattezza, dove il sindaco Ilario Ammendolia, avanza la proposta di dare il diritto di voto agli immigrati presenti nel territorio del Comune. «Non si tratta – dice Ammendolia – d’una proposta estemporanea ma del naturale approdo d’un percorso che rappresenta solo un tassello d’una politica di progressiva integrazione». Nello specifico poi, la proposta va in due direzioni: concedere il diritto di voto a tutti i cittadini immigrati residenti nel paese e come norma transitoria la costituzione della consulta degli immigrati con due rappresentanti, uno per i paesi europei, uno per gli extracomunitari.
E sempre di “accoglienza come opportunità per lo sviluppo locale”, parla il provvedimento in materia di accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e di sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali, approvato dalla Giunta regionale calabrese. Un provvedimento presentato oggi dallo stesso Governatore Agazio Loiero, insieme al vicepresidente della giunta regionale Domenico Cersosimo, al portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) Laura Boldrini, e a Gianfranco Schiavone del direttivo nazionale dell’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione). “In questo modo la Calabria sarà tra le prime regioni italiane che si doterà di uno strumento che promuove l’accoglienza e l’inserimento dei rifugiati sul territorio coniugandolo allo sviluppo socio-economico delle comunità locali”. Non un caso dunque che tra i comuni “ispiratori” del provvedimento ci siano proprio quelli della Locride, tra cui appunto, Riace, Stignano e la stessa Caulonia.
Non mancano però “le polemiche”, in senso lato. «Prendo atto del progetto di legge sull’immigrazione. Ma se il Governatore ed il capogruppo del Partito maggiormente rappresentato nell’Assise regionale prestassero maggiore attenzione all’attività dei consiglieri, noterebbero che tra le tante proposte legislative, depositate a Palazzo Campanella, fin dal 2006, vi è un progetto di legge da me sottoscritto, recante ”Norme per l’integrazione sociale e politica delle cittadine e dei cittadini immigrati”, relegato, chissà perché, nei cassetti polverosi di qualche Commissione assieme ad altre proposte qualitativamente valide, mie e di altri colleghi consiglieri di diversa estrazione politica, che attendono invano di essere eventualmente approvate». A dirlo, Salvatore Magarò, consigliere regionale della Calabria e presidente della Quinta Commissione riforme e decentramento. «Vi fosse stata la volontà politica di dare corso a quella proposta, la n. 110 – spiega Magarò – essa prevedeva tra le altre cose anche l’introduzione del diritto di voto, di salute e di formazione, e la promozione della piena integrazione sociale e politica dei cittadini immigrati, favorendo l’accesso ai servizi in condizioni di parità con le cittadine e i cittadini italiani».