Reggio Calabria. Su disposizione della Procura della Repubblica, questa mattina è stata data esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di quattro componenti della famiglia Cara, da anni operanti nel settore della raccolta di rifiuti speciali pericolosi e non, in assenza delle necessarie autorizzazioni.
La lunga e complessa indagine che ha portato agli odierni arresti è scaturita da un controllo effettuato presso la ditta individuale Stefano Cara e l’impresa “Cara Ecologica s.r.l.” in occasione del c.d. “Action Day” avvenuto in data 29 gennaio 2014, da parte del personale appartenente al Nucleo Investigativo dell’allora Corpo Forestale dello Stato, il quale accertava come le ditte in parola, aventi sede legale ed amministrativa a Reggio Calabria in località S. Gregorio, Via Carrera Trav. Privata snc, nelle adiacenze dell’aeroporto di Reggio Calabria e, pertanto, in zona sottoposta a particolare tutela ambientale ed a vincolo paesaggistico ed aeroportuale, assolutamente inidonea allo svolgimento di tale attività imprenditoriale, stoccassero un’ingente quantità di rifiuti speciali pericolosi e non, di diversa tipologia e natura, il tutto in assenza di un qualsivoglia titolo autorizzativo.
A seguito degli approfondimenti investigativi, consistiti prevalentemente in attività tecnica di intercettazione e videoripresa, già nel mese di luglio 2014 è stato disposto il sequestro preventivo d’urgenza della ditta individuale “Cara Stefano” e della “Cara Ecologia s.r.l.”, nonché dell’area su cui queste operavano il traffico illecito di rifiuti.
Ma la misura cautelare reale adottata – tuttora in vigore – non ha sortito gli effetti sperati, dal momento che i membri della famiglia Cara avrebbero continuato ad esercitare l’attività illecita, non solo in totale spregio della normativa ambientale, ma anche incuranti del provvedimento dell’autorità giudiziaria, come disvelato dall’incessante attività tecnica-info-investigativa condotta dal Nucleo Investigativo.
Le più recenti indagini, infatti, hanno permesso di constatare come i Cara avrebbero reiterato le condotte criminose già contestate ed integranti il reato di cui all’art. 260 del d.lgs. 152/06 (testo unico delle norme in materia di ambiente) e si sarebbero resi responsabili, altresì, di ulteriori reati quali ripetute violazioni di sigilli e sottrazione di cose sottoposte a sequestro.
Ancora, si sarebbero avvalsi della neo-costituita ditta “Karaeco” di Cara Valentina (anch’ella indagata quale partecipe dell’associazione criminale) per dare una parvenza di liceità al loro operato, salvo poi utilizzare i mezzi intestati alla citata ditta per proseguire nell’attività di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti speciali nel sito in sequestro, indifferenti al vincolo reale disposto dall’autorità giudiziaria in precedenza.
A seguito delle risultanze dell’attività investigativa posta in essere dal N.I.P.A.F. del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria, la Direzione Distrettuale Antimafia ha avanzato richiesta di misura cautelare che è stata accolta dal gip con il provvedimento oggi eseguito: sono stati ristretti presso la locale casa circondariale Stefano Cara cl. ’45, Giuseppe Terzo Cara cl. ’67, Domenico Cara cl. ’84 ed Emiliano Antonio Cara cl. 85, ai quali sono contestati i reati di cui agli artt. 416 c.p., 349 c.p. e 260 del D.lgs. 152/2006. È stato, altresì, disposto il sequestro preventivo della ditta “Karaeco” di Cara Valentina, dei relativi conti correnti bancari e postali e di 3 automezzi intestati alla stessa, nonché di ulteriori 11 automezzi, intestati e/o in uso a soggetti che a vario titolo e in diverse epoche avrebbero concorso nei reati contestati.
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