Reggio Calabria. «Caro Presidente, sotto certi aspetti siamo molto meno disabili di certa gente che non sa apprezzare i veri valori della vita». Le parole del quattordicenne Daniele Chiovaro segnano il momento più commovente della cerimonia di inaugurazione del Centro polivalente “Papa Giovanni”, avvenuta questo pomeriggio alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Segue il testo integrale dell’intervento di Daniele Chiovaro, utente del Centro amublatoriale di riabilitazione.
«Caro Presidente, mi chiamo Daniele Chiovaro, ho 14 anni e frequento il I liceo delle comunicazioni presso l’Istituto San Vincenzo De’ Paoli. Ho due fratellini più piccoli e un magnifico papà che serve lo Stato nell’Arma dei Carabinieri, mentre la mamma è insegnante di pianoforte al Conservatorio. Quando mi hanno detto che avrei avuto la possibilità di incontrarti mi sono un po’ spaventato ma mi sono detto che era un dovere ringraziarti a nome di tutti coloro che si trovano nelle mie condizioni, per quanto fai per noi diversamente abili. Io, però, sono convinto che noi, sotto certi aspetti siamo molto meno disabili di certa gente che non sa apprezzare i veri valori della vita. Noi siamo degli ammalati, siamo diversi, ma questo è nell’ordine della vita perché non c’è al mondo uno che sia uguale all’altro, ed è questo che vorrei che lo Stato facesse capire alle persone. Mi piacerebbe che con la tua autorevolezza cercassi di migliorare le nostre capacità di circolazione visto che spesso i marciapiedi sono ingombrati dalle auto e i posteggi sono occupati da chi ci priva di un diritto. Penso di parlare a nome di tutti noi qui presenti se ti pregassi di fare in modo che ci sia maggiore attenzione da parte dello Stato nei confronti della ricerca. Soltanto così si potranno sconfiggere malattie gravi come le nostre nel più breve tempo possibile, perché purtroppo il tempo non è dalla nostra parte. Ringrazio per quanto ci viene offerto da centri come la Piccola opera e soprattutto il suo personale, per l’affetto con cui ci tratta e ci affianca durante il nostro cammino di vita. Anche i miei compagni di scuola ed i professori mi aiutano, mi rispettano e mi amano. Per questi motivi io mi sento realizzato e felice forse più di molti miei coetanei che hanno buona salute. Ti vorrei abbracciare come un caro nonno di tutti gli italiani e ti faccio gli auguri per l’anno nuovo che è appena iniziato
».
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