La Finanziaria 2010, che lo scorso 7 dicembre ha incassato il via libera della Commissione Bilancio della Camera a conclusione di un iter blindato, prevede rilevanti modifiche all’ordinamento degli Enti locali. Se il documento sarà approvato apponendo la questione di fiducia, dunque senza la possibilità di essere emendato, saranno ridotte le rappresentanze istituzionali presso Comuni e Province, nonché soppresse le circoscrizioni di decentramento comunale. In merito a quest’ultimo punto, non è concessa nessuna deroga alle città più grandi come, invece, precedentemente stabilito dal Governo Prodi e recepito anche dell’Esecutivo Berlusconi in un disegno di legge sulle funzioni e gli organi degli enti locali, approvato lo scorso 19 novembre. Così, ex abrupto, con la Finanziaria 2010 viene interrotta un’esperienza quarantennale di partecipazione e controllo democratico del territorio, fra l’altro senza nemmeno attendere il parere della Conferenza Unificata.
E’ contraddittorio e insensato che, mentre nel Paese si intensificano le esperienze di federalismo e devoluzione, si sopprimano i Municipi e le Circoscrizioni, ai quali si dovrebbero invece conferire maggiori funzioni e compiti.
Per quanto riguarda Reggio, reduce da un animato dibattito sul riordino delle proprie Circoscrizioni, sarebbe auspicabile una presa di coscienza di tutti i rappresentanti istituzionali locali, in primis del sindaco. Infatti, spero che stavolta, diversamente da quanto avvenuto in occasione dello scippo dei Fondi Fintecna da parte del governo Berlusconi, Scopelliti (anche in qualità di vicepresidente dell’Anci) trovi tempo, voglia e coraggio di protestare contro una norma che farà forse risparmiare qualche milione di euro, ma ad un prezzo troppo alto in termini di partecipazione democratica.
Da Reggio, come da tutti gli altri enti locali della Penisola, dovrebbe partire una protesta bipartizan in modo da fare comprendere al Governo che le varie forme di decentramento (burocratico, autarchico, istituzionale) sono un patrimonio consolidato che va piuttosto incrementato. Ci sono delle politiche, come quelle della partecipazione democratica e sociali, che non possono dispiegarsi su mere necessità di cassa. Dunque è essenziale che l’amministrazione comunale abbia tempestivamente uno scatto d’orgoglio che prescinda dal colore amico dell’attuale governo.
IL CAPOGRUPPO DEL PD AL COMUNE
Dott. Demetrio MARTINO