Reggio Calabria. Hanno ripreso il largo, così come erano arrivati, i due romani arrestati dalla Guardia di Finanza a bordo di un veliero con 300 kg di cocaina nelle acqua antistanti Sassari. I due, lo skipper Doriano Torriero, di 46 anni, e Massimiliano Raybaudi Massilia, cameraman di 44 anni, se la vedranno con la Giustizia a Sassari. Ieri mattina, infatti, il Gup presso il Tribunale di Reggio Calabria, Santo Melidona, ha dichiarato l’incompatibilità territoriale, rinviando gli atti in Sardegna. I due, inoltre, hanno avuto il “carico” di accuse alleggerito dal Gup, che li ha prosciolti da quella di associazione per delinquere, resta in piedi invece quella di traffico di droga. La barca a vela di 12 metri (Benetau Solaris) battente bandiera italiana, era stata bloccata il 10 giugno dello scorso anno dopo un inseguimento che aveva visto impegnati i mezzi navali delle Fiamme Gialle e un aereo Atr42 del Gruppo esplorazione aeromarittima, un’indagine che si era avvalsa del meglio del Corpo, lo Scico, il Gico, il Goa e i reparti territoriali. Dopo il blitz che aveva sorpreso i due romani nel sonno, sul molo di Alghero erano servite ore ed ore di lavoro ai finanzieri per rinvenire il carico di cocaina, 242 panetti per un totale complessivo di circa 300 kg stivati nelle paratie della barca, che alla fine erano state divelte dai militari a colpi di ascia. Introdotta sul mercato, secondo la DDA di Reggio Calabria la droga era diretta alle cosche della ‘ndrangheta, la coca avrebbe fruttato 130 milioni di euro. Meno i 500 mila euro che uno dei due romani aveva confessato gli era stata promessa, come ricompensa, per compiere il viaggio. Adesso i due dovranno intraprendere ancora un altro viaggio, forse a bordo di una motovedetta della Polizia Penitenziaria, destinazione il Tribunale di Sassari.
Fabio Papalia