di Maria Giordano
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Reggio Calabria. “Non farti imbrogliare la tua firma li può fermare”. È lo slogan de l’Italia dei valori per i tre referendum che propongono i dipietristi: ferma l’impedimento, blocca il nucleare e difendi l’acqua.
Questi i motivi per cui Antonio Di Pietro è sceso in piazza a raccogliere le firme dei cittadini. Il leader dell’Idv torna a Reggio Calabria, dopo le regionali, questa mattina a Piazza del Popolo con degli stand per raccogliere anche le firme dei reggini. È seguita una conferenza stampa in cui Antonio Di Pietro ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato alla raccolta firme referendaria «siamo qui per dare la parola ai cittadini, perché privatizzazione dell’acqua e apertura delle centrali nucleari significano rinunciare all’acqua e all’aria, quindi alla vita stessa. La legge deve essere uguale per tutti, noi non vogliamo che i ministri non possano essere processati ».
Il leader Idv si augura che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prenda le distanze dalla manovra economica del Governo. Un documento spiega «di cui Berlusconi non si è voluto prendere la responsabilità, perché lo firmerà solo dopo le valutazioni del Presidente della Repubblica». Il Presidente del Consiglio, continua il leader dell’Idv durante l’incontro all’è hotel, chiama in causa un terzo soggetto che peraltro è il garante della Costituzione e rimarca «in tutto questo c’è un non senso giuridico, Berlusconi dice di sentirsi come Mussolini, di cui ha lo stesso senso di onnipotenza ».
E dichiara: «Chi ha causato la crisi, deve andare a casa, questa è l’unica manovra economica per combatterla ». È una politica per la casta e la cricca – dice Di Pietro – perché è deplorevole che i soldi vengano reperiti dalle classi più povere e non da una sforbiciata alle spese inutili».
Spera in un dialogo con il Pd e in un’unica coalizione «non con partiti improponibili, come per esempio il Pd in Sicilia che vuole fare coalizione con l’MPA». Sottolinea la necessità di stabilire un’alleanza su molti temi programmatici, ma spiega la difficoltà «su ogni tema all’interno del Pd ci sono 3 versioni diverse, per esempio sul nucleare 70 sono favorevoli, 70 sono contrari e 70 non sono né favorevoli, né contrari. Ci auguriamo che si possa sviluppare una classe dirigente all’interno del Pd con cui poter aprire un dialogo». La posizione dell’Idv è ferma, di drastica opposizione dice il suo leader, che critica il Pd perché c’è una parte che vuole intervenire con il governo per trovare una soluzione alla crisi. L’Idv, invece, presenterà una manovra economica alternativa. In merito alle legge sulle intercettazioni dice «bisogna intercettare con tutti i mezzi messi a disposizione della tecnologia e con gli stessi con cui si delinque, vogliono imbavagliare la stampa e non permettere ai cittadini di conoscere la verità e le notizie». Di Pietro contesta l’assoluta assenza dello Stato in Calabria «non 1 euro per rilanciare l’economia, né le infrastrutture, ma vuole un pedaggio su un’autostrada inesistente». E conclude «sono convinto che il governo Berlusconi non arriverà al 2013, migliaia di persone hanno perso il lavoro, si rischia che agli scioperi di settore autunnali seguirà una rivolta sociale».