Roma. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci, nella tarda serata di ieri, hanno sottoposto a fermo un cittadino romeno O.I. di 40 anni sprovvisto di documenti, ritenuto responsabile dell’omicidio del suo connazionale rinvenuto cadavere in un’area incolta adiacente al’Ospedale Sandro Pertini a Roma. Come tutti ricorderanno, nella giornata di ieri, alle prime luci dell’alba, era stato rinvenuto il corpo senza vita di Anghel Bogdan, 32enne, romeno, coniugato e padre di tre ragazzi adolescenti che vivono in Romania con la madre. L’uomo, in Italia da poco tempo, incensurato e sconosciuto alle Forze dell’Ordine, lavorava saltuariamente come operaio o muratore e viveva in un fabbricato abbandonato non distante dal luogo ove è stato ritrovato, unitamente al fratello, anch’esso muratore, la moglie di quest’ultimo e altri connazionali. Dalle ferite presenti sul corpo del malcapitato [lacero contuse al volto, tagli e contusioni nella parte superiore e sfondamento del torace], rinvenuto dal fratello dopo estenuanti ricerche e dalla preliminare ispezione dal medico legale di turno Dott. Luigi Cipolloni, è fin da subito apparso evidente che Anghel Bogdan era stato oggetto di azione violenta posta in essere da terze persone. Attesa la totale assenza di tracce sul luogo del rinvenimento i militari del Nucleo Investigativo in collaborazione con i colleghi della Compagnia CC di Roma Montesacro, coordinati dal Pubblico Ministero Dott.ssa Barborini Maria Bice, iniziavano una serie di attività serrate essenzialmente finalizzate a bruciare il terreno attorno ai responsabili dell’efferato delitto. Tale attività consentiva dopo poco di acquisire informazioni certe sulle ultime ore di vita della vittima e sulle persone da lui frequentate in questo lasso di tempo. In tale contesto veniva individuato un cittadino romeno domiciliato unitamente alla sorella in una abitazione distante pochi chilometri dal luogo del delitto e sempre nel quartiere di Pietralata. Presso l’abitazione dello stesso, nel primo pomeriggio di ieri, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Roma, a seguito di perquisizione, rinvenivano il telefono cellulare già in uso alla vittima e indumenti che verranno inviati al R.I.S. per esami tecnici più approfonditi. Il cittadino romeno fermato, sprovvisto di documenti e comunque conosciuto dalle Forze dl’Ordine italiane per una serie di reati [minacce, violenza e lesioni] fin da subito ha evidenziato una certa reticenza alle domande dei militari fornendo più versioni contrastanti tra loro. Quanto sopra, unito alla presenza di visibili escoriazioni al volto e al collo, palesemente riconducibili a recente colluttazione o rissa, consentiva ai militari di sottoporre il soggetto a fermo di indiziato per l’omicidio del connazionale. Per altro, lo stesso, dalle dichiarazioni di alcuni connazionali, risultava in procinto di lasciare l’Italia per il nord Europa. Il fermato, indagato per omicidio volontario aggravato dai futili motivi e per rapina, si trova ora recluso presso il carcere di Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e nei prossimi giorni verrà interrogato dal G.I.P..
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