Bruxelles. “Che brutta immagine offre il governatore Zaia. Non tanto perché mostra il volto incolto di una parte di Italia, ma soprattutto perché per difendere, legittimamente, il proprio territorio, innesca una indignitosa battaglia con altri”. Così l’Onorevole Erminia Mazzoni (PPE-PDL), presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, che da Bruxelles interviene sulle ultime emergenze regionali, sollecitando anche le istituzioni comunitarie ad un intervento urgente. “La caduta di quattro sassi a Pompei non è meno importante del cemento sfarinatosi in Veneto o del raccolto perso dei pomodorini. Per riuscire a spiegarmi in modo che Zaia mi capisca, ricordo, riferendomi solo a valutazioni di carattere economico, che l’indotto del turismo culturale in Italia è pari a un terzo del reddito nazionale e dipende prevalentemente dalle risorse storiche e artistiche, che la manodopera impegnata è pari a circa il 12,2% del totale e che su di essa che si poggia la gran parte del nostro terziario”. “Sulla rilevanza della questione- prosegue la presidente- ho sollecitato una attenzione del Commissario Europeo al Turismo, Antonio Tajani, per cercare di affiancare allo sforzo nazionale, che dovrà esserci, quello europeo. Le risorse ci sono, aspettano solo di essere indirizzate verso le reali priorità”. “Zaia non entri, dunque, nel merito di questioni da cui non è toccato. Noi ci teniamo tanto ai nostri sassi che non li sprechiamo per tirarglieli addosso. Piuttosto, senza scambiare patate per sassi, credo sia opportuno che l’Italia acceleri le procedure per l’attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo, per le cinque regioni colpite dalle alluvioni e per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza, come ho già chiesto con una interrogazione depositata lunedì scorso”. “Non capisco perché -conclude l’Onorevole Mazzoni- si stia portando avanti una richiesta riguardante solo il Veneto, sovradimensionando i danni pur di rientrare nei parametri minimi stabiliti dalla U.E. per attivare il fondo: 3 miliardi di Euro. Il Governo deve fare una stima dei danni anche in Friuli, Liguria, Toscana e Calabria e per essi chiedere l’intervento europeo. In Calabria sono stati valutati danni per circa 500 milioni di euro e c’è allerta in circa l’83% dei Comuni calabresi, dove la gran parte delle abitazioni sono costruite in aree golenali, negli alvei dei fiumi o in aree a rischio frane. Perché tutto questo agitarsi per il Veneto e indifferenza per la Calabria?”
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