Reggio Calabria. “Appuntamenti politici ed istituzionali di prim’ordine attendono la maggioranza municipale e l’intero Consiglio della Città Metropolitana in un momento in cui – per scelte preelettorali, per camarille e veleni – si tenta da più parti, anche da quelle da sempre avulse agli interessi reggini e talvolta pure da area amica, di impedire che Reggio faccia il consuntivo di otto splendidi anni di Amministrazione comunale qualificata, che ha realizzato traguardi sostanziali e d’immagine che non hanno eguali nella storia del Municipio”. Lo afferma l’esponente della “Lista Scopelliti”, onorevole Giovanni Bilardi, che fino a pochi mesi fa ha avuto responsabilità nel governo della città con il ruolo di assessore alla Politiche comunitarie, un ufficio che ha determinato notevoli flussi finanziari e progettuali a Reggio Calabria innescando importanti ricadute occupazionali e di rappresentazione dinamica. “Uno degli appuntamenti più importanti – ha continuato l’onorevole Bilardi – è certamente il Piano Strutturale Comunale (PSC) che il centrodestra municipale porterà in Consiglio tra pochi giorni e che rappresenta una occasione storica per la città, atteso che codesto piano ridisegna l’assetto territoriale dei prossimi anni dopo un abbandono ed uno scempio determinato da abusivismo e dissesto. Il PSC è il frutto di una visione avveniristica dello sviluppo urbano di Reggio su cui si sono spese energie e mediate scelte tra tecnici e politici, al fine di realizzare gradevolezza, efficienza, riqualificazione, qualità. Ai detrattori ed ai fustigatori di oggi – ha concluso l’onorevole Bilardi – ed a tutti coloro che a fine legislatura, anche da area amica, suggeriscono nell’ombra e “sparano” su questo conclamato “modello Scopelliti” (che con determinazione stiamo diffondendo all’intera Calabria) replichiamo che il buongoverno di Reggio non potrà esser messo in discussione da una lettura capziosa degli atti e delle scelte né dalla insopportabile e censurabile disinvoltura di una dirigente; per cui tali agitatori di professione devono prendere atto della loro condizione di minoranza di fronte alla città; costoro appartengono al passato, a quella politica delle omissioni, dei ricatti, delle furbizie, degli interessi inconfessabili che i tempi nuovi hanno collocato ai margini della società”.
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