Palermo. “Il problema del massimo ribasso posto dai costruttori siciliani è un tema reale. E’ uno degli elementi che possono favorire le infiltrazioni della criminalità organizzata. Solo l’impresa che non opera in regime di concorrenza, infatti, può permettersi percentuali di ribasso particolarmente elevate. In alternativa l’elevato ribasso espone la collettività a un altro rischio, ovvero quello della lievitazione dei costi in sede di variante con conseguente possibile ritardo nell’esecuzione dell’opera o peggio di abbandono a metà del percorso per carenza di fondi”. Lo ha detto l’assessore regionale per le Infrastrutture e la mobilità, Pier Carmelo Russo, incontrando le organizzazioni di categoria, imprenditoriali, sindacali e professionali in materia di lavori pubblici, nonché Anci, l’associazione dei comuni, e Urps, l’unione delle province, per affrontare i problemi connessi agli appalti e ai meccanismi di aggiudicazione delle opere, temi posti proprio dai costruttori alla fine del 2010. “Risulta utile ricordare – ha aggiunto l’assessore – che la norma che stabilisce il ricorso al massimo ribasso non è figlia di una scelta regionale ma deriva da una procedura di infrazione avviata dall’Unione europea che ci avrebbe esposto ad una dolorosa condanna”. “Per risolvere il problema – ha proposto – senza incorrere nelle sanzioni europee o nella scure del Commissario dello Stato o della Corte Costituzionale, che in varie occasioni si è pronunciata sulla materia, possiamo riflettere su esperienze già sperimentate, adeguandole alla specificità della Regione siciliana, anch’essa affermata dalla Corte Costituzionale, in particolare per ciò che concerne l’esigenza di adottare soluzioni normative ed amministrative idonee a contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata (sentenza n. 288/2007)”. “Posto che – ha proseguito Russo – secondo la Direzione investigativa antimafia, il massimo ribasso è uno degli strumenti – forse il più importante – dei quali ci si è avvalsi e ci si avvale per realizzare queste infiltrazioni (relazione al Parlamento primo semestre 2010), appare una scelta necessaria quella di optare per modalità di affidamento diverse, ricorrendo in particolare al metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, in grado di garantire anche una maggiore qualità delle opere realizzate e un migliore controllo del rispetto dei contratti collettivi e della normativa in materia di sicurezza sul lavoro”. “Esperienze analoghe – ha ricordato l’assessore per le Infrastrutture – si riscontrano, peraltro, anche in altre parti d’Italia, non solo per quel che concerne gli appalti di servizi. In pratica, il massimo ribasso va applicato solo agli appalti per lavori di frequente esecuzione ovvero appalti di carattere ripetitivo mentre non si applica per i lavori che hanno particolari caratteristiche tecniche, livelli di variabilità o possibilità di imprevisti in fase di esecuzione, concetto questo ribadito anche per gli appalti di servizi da una recente sentenza del Consiglio di Stato emessa nel mese di dicembre”. “In attesa di un necessario intervento legislativo i cui tempi non sono compatibili con le esigenze del territorio – ha aggiunto Pier Carmelo Russo – possiamo predisporre un atto di indirizzo che applichi, rapidamente e per via amministrativa, queste regole anche in Sicilia per poi trasformarle in un disegno di legge di riforma del settore”. In questi termini, nel corso della riunione, l’assessore ha presentato una prima proposta di atto di indirizzo, che è stata positivamente riscontrata dai partecipanti all’incontro, pur nella necessità di ogni ulteriore approfondimento.
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