Palermo. Sono 219.532 le aziende agricole censite ad oggi su un totale di 268.291, pari al oltre l’85% del totale. Questo è il dato sintetico emerso dalla conferenza stampa di oggi svoltasi a Villa Malfitano sull’andamento del 6° censimento agricolo in corso anche in Sicilia, che è partito il 7 dicembre ed avrà termine il 28 febbraio. “La risposta che abbiamo avuto dal mondo agricolo – ha detto l’assessore per le risorse agricole Elio D’Antrassi – è significativa, ma occorre portare a compimento il lavoro fin qui svolto. Per questo motivo rivolgo un appello alle aziende agricole che ancora non l’abbiano fatto, perché facciano pervenire i propri dati censuari”. “Si tratta – ha commentato D’Antrassi – di una iniziativa significativa per il territorio siciliano che ha come scopo la individuazione dei bisogni e delle esigenze delle realtà agricole da parte della Regione Siciliana. I dati che verranno elaborati saranno utili anche in vista dell’entrata in vigore della normativa Pac 2014-2020 poiché in tal modo la Regione potrà operare le scelte più adeguate nei confronti dell’agricoltura siciliana in stretto raccordo con gli uffici di Bruxelles”. Il rilevamento statistico presenta una novità rispetto al passato: si tratta, infatti, del primo censimento effettuato online. I conduttori delle aziende hanno scelto se accedere al questionario direttamente sul web o se attendere la visita di uno dei 180 rilevatori delle 65 Sezioni Operative di Assistenza Tecnica dell’Assessorato per le risorse agricole. L’indagine, condotta con scadenza decennale, serve per offrire dati di qualità per l’analisi e la valutazione delle politiche di intervento comunitarie, nazionali e regionali in materia di agricoltura e di sviluppo rurale. La politica agricola comunitaria (PAC) ha, infatti, bisogno di conoscere lo stato della nostra agricoltura e i dati del censimento sono necessari per canalizzare nella maniera dovuta le risorse disponibili. L’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao, ha precisato, nel corso della conferenza stampa, come da un lato, nel contesto positivo del saldo di natalità di nuove imprese in Sicilia, purtroppo il settore dell’agricoltura veda una continua diminuzione di imprese (dati Unioncamere), a fronte, tuttavia, di un processo di consolidamento della base produttiva agricola. “Il credito d’imposta per gli investimenti – ha detto Arma – applicabile alla trasformazione agroalimentare, costituisce in tal senso una grande opportunità per rafforzare questo processo. Senza la tempestiva approvazione della legge sulla semplificazione della pubblica amministrazione rischiamo di depotenziare l’incentivo”. Nel sottolineare le straordinarie potenzialità dello strumento di incentivazione per l’economia agricola siciliana, ha precisato: “Nonostante manchi meno di un mese dal click day per il credito d’imposta e sia pronta la piattaforma informatica con l’Agenzia delle entrate, senza la tempestiva approvazione della legge sulla semplificazione della pubblica amministrazione rischiamo di depotenziare questo l’incentivo”. “Il credito d’imposta – ha proseguito Armao – è una procedura a burocrazia zero, ma i progetti imprenditoriali, per essere realizzati, dovranno inevitabilmente ottenere permessi, autorizzazioni, concessioni, licenze che in Sicilia sono ancora regolati da una normativa del 1991. Sia per le imprese siciliane che per quelle che investono in Sicilia, il peso dei vincoli burocratici e dei ritardi delle procedure è ancora troppo alto”. “Per questi motivi – ha aggiunto – siamo impegnati per la migliore riuscita di questa opportunità necessaria per agganciare la ripresa. Ma è ormai improrogabile l’approvazione della legge sulla semplificazione della pubblica amministrazione pronta per l’approvazione all’Ars e che, ancora, non vede inspiegabilmente la luce”. L’assessore Armao ha illustrato poi un dato significativo: nei quasi 400 comuni siciliani ci sono operativi solo 30 sportelli unici per le imprese, vanificando così ogni sforzo per agevolare l’attrazione degli investimenti e la nascita di nuove imprese. “Condivido – ha concluso – l’appello di tutte le categorie produttive al Parlamento regionale, perché siamo già fuori tempo massimo. E’ necessario si faccia in fretta ad approvare la riforma dell’amministrazione regionale, altrimenti il rischio è che si disincentivino gli investimenti, con buona pace del credito d’imposta. Senza una pubblica amministrazione. efficiente non solo non riusciremo ad attrarre investimenti, ma renderemo difficile la vita delle imprese esistenti”.
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