Catanzaro. Sono quindici le persone finite in manette nell’ambito dell’operazione “U ‘Cinese”, che ha smantellato un traffico di droga sull’asse Calabria, Campania, Lazio e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro. Ad altre due ordinanze di custodia cautelare non è stato possibile dare esecuzione in quanto i due destinatari sono al momento irreperibili. I soggetti arrestati sono Biagio Chianese, 39 anni, vigile del fuoco, che vive a Terracina; la moglie, Ida Pirozzi, 37 anni; Sergio Rubino, 34 anni, di Catanzaro, meglio conosciuto come “U cinese” per le sue sembianze fisiche, ed il cui soprannome ha ispirato la denominazione dell’operazione; Domenico Rizza, 55 anni, di Catanzaro. I quattro sono accusati di essere al vertice dell’organizzazione e sono stati tradotti in carcere al pari di Vincenzo Domanico, Antonio Donato, Francesco Donato, Salvatore Paciullo, Stefano Rubino e Michele Sodaro. Sono stati, invece, sottoposti al regime degli arresti domiciliari Francesco Aiello, Gennaro Foglia; Danilo Lo Scavo; Marco Riccelli e Nicola Tavano. L’accusa nei confronti delle persone tratte in arresto è di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare hashish, nell’area catanzarese, napoletana e del basso Lazio, reati perpetrati dal dicembre 2006 al febbraio 2009. La conclusione dell’odierna attività investigativa trae origine da una serrata attività d’indagine che ha evidenziato come i soggetti arrestati erano parte integrante di due gruppi criminali che gestivano e organizzavano un rilevante traffico di sostanze stupefacenti a Catanzaro e nei centri limitrofi, rifornendosi dalla piazza napoletana. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati in cinque occasioni più di 100 chilogrammi di hashish. Gli arrestati, terminate le operazioni di rito, sono stati tradotti presso le case cirondariali di Siano, Latina, Cosenza e Roma. Nel corso della conferenza stampa svoltasi per illustrare i dettagli dell’operazione, il comandante del Reparto operativo provinciale dei carabinieri, tenente colonnello Giorgio Naselli, ha spiegato che l’inchiesta ha preso spunto dalla scoperta di un carico di 20 chilogrammi di cocaina e risalente al 2006. Un’attività investigativa che si è dipanata “senza collaborazioni, ma con attività di intercettazione che sono fondamentali in questi casi e con indagini tradizionali fatte di appostamenti, pedinamenti e perquisizioni. Chi gestiva il mercato aveva grosse disponibilità di denaro, come dimostra il sequestro dei contanti avvenuto oggi , con le attività di spaccio che partivano dal quartiere di Siano di Catanzaro”. Il comandante del Nucleo investigativo provinciale, maggiore dei carabinieri Massimo Davico, ha, invece rimarcato “la difficoltà nel seguire un asse così complicato, che partiva dai due catanzaresi, Rizza e Rubino, passando attraverso la mediazione dei coniugi di Terracina originari del Napoletano, fino al fornitore campano”. Vincenzo Antonio Lombardo, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, durante l’incontro con i giornalisti, ha sottolineato che “Il sequestro di armi è significativo, perché dimostra che non siamo davanti a un gruppo marginale, ma è gente che dispone di un discreto potenziale da utilizzare per le occasioni”. Con una serie di operazioni che stiamo conducendo con tutte le forze dell’ordine, vogliamo tentare di ripristinare le condizioni di vivibilità a Catanzaro, togliendo dalla circolazione personaggi che mettono in discussione la serenità in una tranquilla comunità, dove, però, ci sono alcuni quartieri dove si creano scompiglio”. Lo stesso magistrato ha spiegato che era stato trovato un accordo tra i membri dell’associazione criminale ed i rom della zona di Catanzaro, in base al quale l’organizzazione si sarebbe incaricata di immettere sul mercato hashish e marijuana, senza la concorrenza dei nomadi, liberi di gestire lo spaccio di cocaina ed eroina.
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