“Tripoli 1970. Allontanati dalla nostra vita” di Luisa Pachera www.luisapachera.it (pp. 200 € 15,00) Edizioni Osiride www.osiride.it è una lunga, struggente raccolta di testimonianze. A parlare sono gli italiani di Libia scacciati nel 1970 da Gheddafi. Il libro non è, né vuole essere come spiega l’autrice, un saggio storico: da voce alle sofferenze di chi sulla Quarta Sponda nacque e visse. Uomini e donne che in Libia lavorarono, si sposarono, ebbero figli. Come ricorda uno degli intervistati: “La nostra patria era l’Italia, ma il nostro paese la Libia”. Oggi quei giorni sono solo un lontano ricordo. Alcuni vorrebbero tornare a rivedere quei luoghi; altri preferiscono ricordarli com’erano. Dal luglio 1970, quando fu deciso la loro espulsione, all’ottobre successivo, termine ultimo per partire, circa ventimila italiani lasciarono tutto e si trovarono senza casa, senza lavoro e senza soldi. Persero anche i contributi previdenziali versati che l’INPS aveva trasferito alla Libia. Per i nostri connazionali si aprivano i campi profughi e una vita da costruire. Nel libro è ricordata anche l’opera meritoria dell’AIRL (Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia) presieduta da Giovanna Ortu che si batte per tutelare gli italiani di Libia. Raccontano anche l’accoglienza ricevuta in Italia tra chi li accusava di essere fascisti e chi li riteneva privilegiati perché sottraevano posti di lavoro. In questi quarant’anni l’attenzione che la classe politica ha riservato loro è stata scarsa: è giunto il momento di porre fine a quest’oblio.
Tonino Nocera