I pescatori come sentinelle pronte a segnalare situazioni di allarme che possano mettere a rischio il mare. È la proposta che fa l’Unci Pesca Calabria alla luce della situazione di forte inquinamento in cui vertono le coste calabresi. I pescatori, fruitori primari delle risorse marine, sono i primi a subire i danni derivanti dall’incuria e l’imperizia, e L’unci Calabria né è certa, saranno i primi a volersi impegnare per la risoluzione di un problema ormai non più procrastinabile. I continui abusi dell’uomo verso quella che, soprattutto in Calabria, rappresenta un’importante risorsa non solo per il settore ittico ma anche il turismo, devono essere arrestati. E se non sono bastate mirate campagne di sensibilizzazione, specifiche azioni di tutela, oggi appare necessario un intervento che sia tempestivo e diretto non a prevenire ma inevitabilmente ad impedire. Perché l’aumento sconsiderato di discariche abusive e malamente celate, il continuo smaltimento illegale dei rifiuti nelle acque marine, hanno reso ormai invivibili gran parte dei 780 km di coste della nostra Regione. Una risorsa, probabilmente la più importante, non solo per il settore ittico, ma soprattutto turistico, che, puntualmente ogni anno, è costretto ad affrontare le stesse problematiche, che frenano i flussi di visitatori, fanno diminuire i consumi, arrestano l’economia. Ed è questa l’ultima cosa di cui la Calabria ha bisogno. È questa la prima che si deve evitare. Per questo, l’iniziativa che l’Unci Pesca propone alle autorità competenti, Capitanerie di Porto ed Enti locali, vuole essere considerata come azione di tutela del mare, inteso come patrimonio per l’intera Regione. Il presidente Serafino Nucera ricorda come quella dei pescatori come “guardiani del mare” e sentinelle di qualsiasi evento anomalo che possa verificarsi nelle acque, è un’esperienza già collaudata in altre regioni, come il Lazio o la Puglia, che ha dato ottimi risultati. Le sentinelle diverrebbero le prime a tutelare l’equilibrio ambientale dell’ecosistema marino, sarebbero le prime ad usufruirne ma non le uniche. Quello ittico è un settore strategico per l’applicazione delle salutari leggi della green economy, ed à da questo si deve puntare per ottenere un turismo ambientale, che divenga leva di crescita e tutela del patrimonio calabrese. I pescatori, è vero, sono i primi fruitori del ripopolamento ittico ma sono anche i custodi silenziosi dell’ambiente, e per questo meritano di essere ancor più tutelati da abusi ingiustificati che ledono il loro onesto lavoro, la cittadinanza, i turisti, e soprattutto, la più grande risorsa di cui gode la Calabria, il mare.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more