Reggio Calabria. Rimango veramente sconcertata dalle affermazioni dell’esponente dei Giovani Democratici Priolo. Leggendo le sue dichiarazioni non posso far altro che constatare innanzitutto la mancata informazione e la certezza che i giovani colleghi dei GD scrivono comunicati stampa senza alcun senso e soprattutto senza un minimo di contenuto; sfido chiunque avesse letto le dichiarazioni di Luigi Amato a trovare nelle sue parole, cito testualmente, “toni accesi e dai contenuti privi di qualsiasi fondamento logico, da cui si denota un atteggiamento arrogante e psicologicamente violento, che – prosegue Priolo – fa palesemente intuire la cultura politica di provenienza, la stessa che ha scritto la pagina di storia più buia del nostro paese”.
Non accettiamo lezioni di stile e di morale da persone che ancora si chiamano compagni, dimenticando che ormai è stato sancito definitivamente il fallimento del comunismo ben 22 anni fa; pensavo che i giovani democratici avessero contenuti concreti su cui basare un bel dialogo politico e invece continuano a cavalcare i soliti argomenti e tirano fuori i soliti “cliché” che ormai francamente hanno stancato: se il riferimento è al fascismo, beh sappiano i “compagni” che il ventennio è finito da 60 anni e che la nostra storia ha una derivazione pienamente democratica e costellata da uomini con un altissimo senso dello Stato che ci hanno lasciato proprio una serie di valori positivi e in linea con i più moderni criteri di spessore politico.
Oltre a riferirsi a un periodo storico che neanche mia nonna nata nel 1935, ha vissuto, denotano un altro segno d’ignoranza da parte dei GD che non hanno ben compreso cosa ha rappresentato per noi la svolta di Fiuggi nel 1994.
Mi dispiace deludere i Giovani democratici, forse loro saranno organizzati diversamente ma nel nostro movimento non esistono logiche di vassallaggio, obbedienza e fedeltà, soprattutto nessun esponente della Giovane Italia di Reggio Calabria ha incarichi o fa il “fedele” porta borse di qualche politicante con la speranza di ottenere posti gestionali o amministrativi, come invece succede in altre realtà.
La nota scritta dal presidente Amato era rivolta a difendere dalle inutili provocazioni e strumentalizzazioni l’operato del sindaco Arena, ultimamente soggetto a critiche da parte di alcuni esponenti della minoranza comunale che dicono di amare la città ma strumentalmente non perdono occasione per colpirla ripetutamente. E siamo anche stanchi di sentire ossessivamente ripetere del modello Reggio ogni qual volta nasce qualche problema, anche se di natura imprevedibile o causate da forza maggiore. Nessuno ha mai voluto esportare Reggio come modello, ma è stata la seconda carica dello Stato a definire Reggio come modello da seguire dopo aver apprezzato gli importanti cambiamenti fatti dall’allora sindaco Giuseppe Scopelliti. Capisco di metterli in difficoltà ma chiedo ai nostri colleghi la prossima volta di affrontare argomenti seri da poter, nel caso, intavolare un dibattito costruttivo, lasciando da parte le loro frustrazioni pensando di fare politica con i fatti e non con le parole.
Manuela Infortuna
Presidente Giovane Italia Reggio Calabria