San Roberto (Reggio Calabria). Con riferimento alla richiesta di revoca dell’adesione all’ Associazione dei Comuni dell’ Area dello Stretto, del Comune di Villa San Giovanni avanzata dalla minoranza consiliare ed agli articoli pubblicati sui quotidiani locali di alcuni giorni fa aventi ad oggetto l’attacco scriteriato alla stessa Associazione, da parte di esponenti del PD di Villa San Giovanni, premesso che l’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto ha nel proprio interno rappresentanti di vario colore politico e in nessun modo svolge un ruolo politico di parte, siamo costretti, per onestà intellettuale e ad onor del vero, a delle precisazioni e puntualizzazioni che si rendono, evidentemente e nostro malgrado, necessarie, anche a costo di dover spiegare l’ovvio e il banale. La minoranza consiliare di Villa San Giovanni, nella sua personale e legittima lotta politica alla maggioranza del Comune e in particolare, sulla tematica del Ponte sullo Stretto, ha voluto scagliarsi contro l’Associazione, evidentemente per mancanza di altre argomentazioni degne di nota, pensando di aver trovato un bersaglio facile e un terreno fertile per elucubrazioni di fantasia, dal forte – ma solo apparente – impatto suggestivo e suggestionante. Ma veniamo ai fatti che ci interessano: la minoranza consiliare villese afferma, maliziosamente e artatamente, che l’Associazione dei Comuni è un’associazione non riconosciuta e senza personalità giuridica, e ripete questo assunto a mo’ di mantra ad ogni occasione, come se si trattasse della rivelazione del terzo segreto di Fatima e come se si trattasse di una nota di demerito, una capitis deminutio, volendo fare presa sul cittadino medio che, non essendo avvezzo a termini giuridici e alle norme del codice civile, potrebbe essere indotto a credere che l’Associazione dei Comuni sia un’associazione di serie “B”. Ci tocca spiegare l’ovvio ma, ripetiamo, a quanto pare è inevitabile. L’associazione dei Comuni è un’associazione non riconosciuta e senza personalità giuridica, costituita ai sensi dell’art. 36 e seguenti del codice civile, i quali disciplinano appunto tali tipo di associazioni senza fine di lucro. Le associazioni (e le fondazioni) riconosciute sono disciplinate dall’art. 14 e seguenti del codice civile, oltre che dall’art. 12 che prevede che “le associazioni… acquistano la personalità giuridica mediante il riconoscimento concesso con decreto del Presidente della Repubblica”. Quindi, dire che le associazioni sono di tipo “non riconosciute” equivale in sostanza a dire che sono “senza personalità giuridica”. Ma vi è da dire che la stragrande maggioranza delle associazioni che operano in Italia sono non riconosciute, così come i partiti e sindacati nonostante siano titolari di situazioni giuridiche, di diritti e destinatari di obblighi e doveri. Il PD villese parla inoltre dell’Associazione dei Comuni come fosse una rarità negativa, e in ciò mentono sapendo di mentire, ed infatti solo nella provincia di Reggio opera da molti anni ormai l’Associazione dei Comuni della Locride e da qualche anno l’Associazione Città degli Ulivi (Piana di Gioia Tauro), senza contare che nel resto del Paese le Associazioni di Comuni sono tante e non solo quella del Monferrato (che il PD villese ama citare quale fulgido e unico esempio in Italia di “buona” associazione), e quindi appare alquanto singolare che questi signori vogliano apparire scandalizzati, con frasi ad effetto, ma destituite di ogni fondamento, sia in fatto che in diritto, della ventura che anche nell’area dello Stretto si sia costituita un’associazione di comuni. Il PD villese afferma che l’Associazione sia di dubbia legittimità e che chiederanno al Comune di Villa San Giovanni di recedere dalla stessa per tale motivo. Innanzi tutto è da dire che, come formazione politica consiliare sono legittimati a fare le proposte che ritengono, ma nel contempo, non sono titolati ad affermare o insinuare, con circonlocuzioni fuorvianti, che l’associazione dei comuni sia illegittima o minimamente di dubbia legittimità. Sanno benissimo che così non è e, conseguentemente, devono astenersi da affermazioni false e tendenziose. In merito all’unione di comuni di cui ognuno ora vuole arrogarsi la primogenitura dell’idea v’è da dire che tutti la sbandierano da decenni ma, come confermano i fatti e il tempo di lustri perso in chiacchiere, nessuno ha mai realizzato alcunché di concreto, mentre l’associazione dei comuni si propone di essere, tra l’altro, un tavolo permanente di raccordo, sintesi, confronto e proposizione di buone pratiche, anche con riguardo a forme associative. Un tavolo che fino ad oggi era mancato, in modo comodo per molti amministratori, aggiungiamo (e le dichiarazioni del PD villese confermano), che preferiscono fare tavole rotonde e conferenze di passerelle piuttosto che proposte costruttive seguite da fatti. E non è un caso che nello spazio di pochi giorni ben 8 comuni (con popolazione inferiore ai 5000 abitanti) dell’Associazione hanno concordato di mettere in convenzione due funzioni fondamentali per come obbligati dalla legge, riuscendo a rispettare perfino l’originario termine (oggi prorogato di 9 mesi) del 31.12.2011, sfruttando la già strutturata base operativa dell’Associazione, o la progettazione realizzata con il bando PISL tanto per citare alcune idee condivise nell’ ultimo periodo, invece di mettersi a fare incontri, tavole rotonde e quant’altro per mesi e mesi se non anni. Al contrario, l’associazione può e vuole essere un punto di partenza, una tappa verso forme associative più forti, anche l’unione. Dovrebbe poi spiegare la minoranza villese quali sarebbero le funzioni o servizi comunali che i Comuni avrebbero delegato arbitrariamente all’Associazione e quali sarebbero i fondi pubblici che i Comuni trasferirebbero all’associazione. Cosa per altro, difficilissima, anzi impossibile, poiché nulla di tutto ciò è vero. Tanto per essere chiari, al contrario di chi sguazza nella confusione creata ad arte, invitiamo il lettore a leggere l’oggetto sociale dell’associazione di modo che si possa, si spera, sgombrare anche in questo caso, il campo da ogni equivoco. Anche in questo caso, come direbbe qualcuno, tanto rumore per nulla e la montagna di sproloqui partorisce un ben misero topolino. L’Associazione si pone come momento di sintesi, come elemento di forza e rappresentanza delle istanze dei soci e non si contrappone, ma anzi rafforza ed è propulsiva rispetto ad altre forme di associazionismo più strutturate e finalizzate allo svolgimento di funzioni e servizi. Vuole essere, quindi, anche un tavolo permanente e strutturato di concertazione e condivisione, una fucina, un laboratorio di proposte e iniziative concordate. Un portavoce unico e forte dei Comuni, che si aggiunge agli stessi, di certo non li sostituisce, costituendo un forte e autonomo gruppo di pressione che affianca tutti i Comuni in tutte le occasioni in cui sia necessario; a tale proposito basti pensare ai casi di dialogo con enti quale la Protezione civile, la Regione e la Provincia. Siamo costretti, inoltre, a ricordare che, per quel che concerne l’iter formativo dell’associazione, il primo incontro di tutti i sindaci e del rappresentante della Prefettura di Reggio, il viceprefetto dott. Giuseppe Priolo, si è tenuto il 9 aprile 2009 a San Roberto. Il 14 dicembre 2009, presso la Prefettura di Reggio, è stato quindi approvato e sottoscritto il protocollo d’intesa sulla bozza definitiva di statuto da parte dei sindaci e dal Prefetto Francesco Musolino quale garante istituzionale. Quasi tutti i Comuni hanno poi approvato in tempi più o meno brevi lo schema in consiglio. L’Associazione è stata definitivamente costituita il 23 febbraio 2011 Aggiungiamo, visto che, a quanto pare è necessario, l’adesione del Comune di Villa San Giovanni è stata deliberata dal Commissario Prefettizio del tempo. A dispetto dell’accusa di “antidemocraticità” per la mancata presenza delle minoranze nell’associazione occorre anche sottolineare che è vero esattamente il contrario: l’associazione, per espressa formulazione statutaria è impostata su base assolutamente “democratica”, nel senso che tutti i soci hanno pari forza e dignità, senza alcuna distinzione di popolazione o altro carattere, che tutti i soci partecipano all’associazione come enti. E questo fa parte dell’ordine naturale delle cose, anche se qualche teorico avrebbe preferito che si creasse un ulteriore carrozzone con 5 membri per ogni comune per arrivare ad un’assemblea sociale di oltre 70 componenti! O magari avrebbero preferito che i comuni con più abitanti avessero più rappresentanti, mentre noi abbiamo inteso costruire un’associazione veramente democratica, dove ogni comune ha pari dignità. E a questo proposito si vuole sottolineare che il Comune di Reggio Calabria, che da solo ha 180.000 abitanti ha, aggiungiamo con grande spirito di servizio e intelligenza, accettato di aderire ad un’associazione, con pari dignità, di comuni con popolazione che non arriva, in alcuni casi, nemmeno a 1000 abitanti. In conclusione, ripetendo che ognuno è libero di condurre come meglio crede la propria azione politica, in particolare a livello locale-comunale per il caso che ci interessa, ed è altrettanto libero di esprimere le proprie opinioni in merito al Ponte sullo Stretto e quant’altro, non è comunque ammissibile e tollerabile che si attacchi una legittima associazione con metodologia propagandistica e con una serie di asserzioni false e tendenziose, né siamo disponibili a subire supinamente inopinate lezioni di diritto, legalità e democrazia.
Dottor Roberto Vizzari – Presidente Associazione Comuni Area dello Stretto