Reggio Calabria. Presieduta dai co-presidenti Alberto Porcelli, per il Distretto Rotary 2100 e Giovanni Mollica per il Distretto Rotary 2110, si è svolta a Villa San Giovanni una sessione plenaria della Commissione Interdistrettuale Rotary “Area dello Stretto”, nel corso della quale, riprendendo il proficuo dibattito da tempo avviato, sono state dibattute varie problematiche di comune interesse per l’incremento delle sinergie tra le due sponde, tutte finalizzate a promuovere, sponsorizzare e stimolare singole iniziative, tutte volte a gettare le basi per la fattiva conurbazione tra le due sponde, prodromiche alla futura auspicata conurbazione giuridica.
Preliminarmente la Commissione ha proceduto all’elezione per acclamazioni di Ottavio Augusto e Antonio Signorello, direttore della sede reggina della Banca d’Italia, quali segretari ed Antonino Gatto e il Ottavio Augusto quali portavoce-addetti stampa.
Tutti gli autorevoli componenti della Commissione hanno concordemente convenuto sulla necessità di ripresa, sia a livello politico che di società civile, di un rinnovato dialogo tra le due città, per la proposizione e definizione di azioni comuni capaci di intensificarne i legami funzionali, onde poter meglio valorizzare le complementarietà e gli elementi di competitività, pur nella consapevolezza delle criticità che caratterizzano ancora le due realtà urbane.
Di fatto, è stato concordemente ribadito che il territorio “attrae” risorse umane e fisiche sempre meno “di per sé” e sempre più per la sua capacità di attrarre, in quanto contenitore armonico, efficace e sostenibile di offerte.
Da qui la necessità del superamento della logica del mero “localismo”, per aprirsi alla sfida di una gestione della complementarietà, a partire dalle esigenze delle popolazioni amministrate, in una logica di programmazione che non può prescindere,tuttavia, dai vincoli e dalle ipotesi territoriali già delineate dalla due Regioni.
E’ quindi intervenuto il prof. Dominici, per evidenziare come l’inserimento nel dettato Costituzionale dell’ente “città metropolitana” – qualifica di cui godono entrambe le città – possa essere occasione per promuovere l’integrazione di una serie di “autonomie funzionali” tra le due sponde con maggiori possibilità di successo, a differenza di quanto potrebbe accadere con le “autonomie territoriali”, gelosamente difese dalla politica. Suggerisce, quindi, di indirizzare l’attività della Commissione verso la possibilità di un’integrazione che parta dagli interessi immediati degli operatori, agendo a livello locale – ad esempio promuovendo la creazione di Authority per la cultura, per la Sanità, per i Trasporti, etc. – e non a quello regionale.
Signorello ha affrontato il tema del rilancio dell’Aeroporto dello Stretto, considerato quale elemento fondamentale per l’integrazione tra le due città, ed ha ricordato che l’aeroporto di Mulhouse è stato realizzato in territorio francese ad opera della Svizzera e serve anche la Germania. Si è chiesto come sia possibile che, in quell’aeroporto siano stati rapidamente superati i problemi burocratici, organizzativi e di collegamento – fino a farlo diventare uno scalo internazionale – mentre il Minniti, che, in linea d’aria, dista solo pochissimi km dalle due città di Reggio Calabria e Messina non riesca a raggiungere il numero di passeggeri necessario a una gestione efficiente ed economica. A tali fini, il Ponte rappresenterebbe uno strumento decisivo per l’integrazione, come lo sarebbe anche per la fruibilità del grande patrimonio archeologico dell’intera Area. Esempio significativo è rappresentato dalla possibilità che potrebbe essere data ai 500 mila crocieristi che sbarcano annualmente nel porto di Messina di recarsi a Reggio per visitare i Bronzi di Riace.
Providenti ha condiviso le proposte di Dominici sull’autonomia funzionale, che a suo giudizio andrebbero realizzate mediante Authority che si occupino di commercio, trasporti, scuola, turismo e sanità.
Al termine del dibattito, particolare interesse ha suscitato l’ipotesi progettuale illustrata da Alberto Porcelli, coadiuvato da Filippo Maltese, per la delocalizzazione dell’esistente aerostazione dell’Aeroporto dello Stretto, e suo trasferimento all’interno dell’area attualmente occupata dalle Omeca.
L’idea, apparentemente balzana ed irreale, se approfondita denota le sue molteplici peculiarità, fra le quali svetta la presenza di uno scalo ferroviario funzionante e già operativo, che consente un veloce raggiungimento dell’aeroporto, con la metropolitana di superficie, da qualsiasi zona della provincia, ionica e tirrenica, ed anche da Messina, con imbarco a Villa San Giovanni, così come avviene tra la stazione Termini e Fiumicino a Roma e la stazione Centrale e Linate a Milano.
Vi è poi da aggiungere il facile accesso all’area aeroportuale dagli snodi autostradali attraverso arterie in gran parte esistenti nella golena del torrente Sant’Agata ed in parte da completare, le quali poco o nulla interferiscono con il traffico cittadino, ed ancora il facile ed agevole collegamento con le principali arterie cittadine, non ultimo il lungomare sud della città.
A tutto ciò vi è ancora da aggiungere la presenza di una vastissima area da destinare a parcheggio, circa sei volte più grande di quella attuale, che potrebbe essere sviluppato anche su più livelli, potenziando ulteriormente la sua già consistente capacità.
Ulteriore vantaggio è rappresentato dalle nuove piazzole di sosta degli aeromobili, da realizzare nello spazio libero esistente tra le due piste, e più precisamente a ridosso della parte terminale delle medesime piste, per cui sarebbero più facilmente e rapidamente raggiungibili dagli aerei dopo l’atterraggio.
E’ di tutta evidenza che le attuali strutture di servizio, quali torre di controllo, caserma VVFF, e servizi annessi, potranno continuare a permanere nell’attuale posizione stante che il vecchio scalo passeggeri potrebbe essere riconvertito in parte anche per incrementare il traffico commerciale e/o privato, ed in parte destinato a centro congressi, albergo, centro esposizioni o centro commerciale con tutti servizi occorrenti, compreso lo sviluppo del cargo.
Per quanto attiene invece le Omeca non bisogna pensare o temere una loro dismissione, bensì attuare la loro semplice delocalizzazione, cui l’Amministrazione Comunale da qualche tempo sta già pensando, con un enorme vantaggio per l’azienda, trasferendo l’intera fabbrica, con tutte le proprie potenzialità di sviluppo, presso le Officine Grandi Riparazioni di Saline, dove le possibilità di ampliamento sono ben diverse, mentre il personale impiegato non dovrebbe subire penalizzazioni di sorta, in quanto potrebbe raggiungere agevolmente la nuova sede rispetto alle difficoltà del centro cittadino.
Trattandosi comunque di un’idea da attuare nel medio periodo, Aldo Porcelli, approfittando anche della presenza del vice sindaco Porcino, ha lanciato l’idea di attuare, nelle ore serali, un collegamento stabile attraverso coppie di autobus, messi a disposizione sinergicamente dalle due società di servizio pubblico, e tali da garantire un collegamento sicuro tra le stazioni FS, o tra altre due piazze importanti delle rispettive città, e ciò al fine di consentire ai cittadini di poter godere delle manifestazioni ed attrazioni culturali, gastronomiche e turistiche realizzate sulle due sponde.
Il vice sindaco Porcino, dopo aver ascoltato tutti gli interventi con grande interesse e dopo aver manifestato il suo personale compiacimento, ha assicurato il proprio impegno per la costituzione di una Commissione comunale, cui affidare la regia delle iniziative che verranno di volta in volta individuate e ritenute utili e di supporto al disegno delineato dall’organo interdistrettuale del Rotary.
Alberto Porcelli
Distretto Rotary 2100