Reggio Calabria. Sabato notte un mezzo dell’Avr, la ditta privata che da pochi giorni gestisce, per conto del Comune, il servizio di raccolta rifiuti, è stato danneggiato. Qualcuno ha parlato di spari d’arma da fuoco, addirittura sei colpi di pistola che andrebbero letti come un avvertimento di stampo mafioso. In realtà il danneggiamento è avvenuto per mezzo di un oggetto contundente. Niente pistola, e soprattutto nessun colpo d’arma da fuoco è stato esploso contro il mezzo, che tra l’altro era stato parcheggiato al di fuori del cortile, in un luogo più defilato rispetto agli altri mezzi. L’episodio è stato denunciato alla Polizia di Stato: gli specialisti del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica, diretto dal vice questore aggiunto Diego Trotta, hanno eseguito i rilievi del caso, escludendo che si tratti di colpi d’arma da fuoco, la Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro sta lavorando per ricostruire la dinamica del danneggiamento. In ogni caso di certo vi è che i colpi “inferti” da mano ignota non hanno nemmeno forato il parabrezza, e nessun bossolo è stato repertato. Delle due l’una, o è lecito ipotizzare che in tempi di crisi economica la ‘ndrangheta mandi i propri emissari a mani nude, con un bastone da recuperare a proprie spese sul luogo dell’attentato e sforniti perfino di una pistola di piccolo calibro come una 6.35 ovvero, sempre per colpa della crisi economico-petrolifera, nemmeno capaci più di riempire una bottiglia di benzina, o è lecito ipotizzare che si tratti di un gesto isolato di teppismo che nulla ha a che fare con la criminalità organizzata.
Fabio Papalia